Istituzioni senza eredi

L'editoriale del direttore della "Nazione"

Firenze, 30 giugno 2019 - Siamo indotti a temere che la politica sia finita nel pozzo di San Patrizio, quello senza fondo. Continua a caderci dentro nel suo deterioramento senza neppure farci sperare in un colpo d’ala per un seppur timido tentativo di risalita. Il livello del dibattito politico, la stagnazione delle decisioni, l’incertezza in cui è confinata la nostra Italia arrivano a farci sempre più rimpiangere la Prima Repubblica. Sì quella del pentapartito e della Dc egemone, del Pci che cercava la sua via autonoma e del Psi che cresceva. La differenza sta in una parola: visione. Quei politici avevano come valore la lungimiranza politica. Oggi rimpiangiamo quegli uomini che appaiono giganti rispetto a quelli di oggi e anche di ieri.

Sì, è vero che quella classe politica è stata poi travolta da Tangentopoli. Ma è anche vero che gli eredi non hanno avuto né la statura, né la capacità, né la forza di indicare e di praticare una via diversa. E quanto a corruzione e tangenti lasciamo perdere. Rimpiangiamo ad esempio due grandi figure di cui, in queste settimane estive, ricorrono gli anniversari del loro addio: Enrico Belinguer e Giovanni Spadolini. Due uomini politici di altissime qualità. Berlinguer, segretario del Pci, ebbe il coraggio di scegliere la non facile via dell’indipendenza dall’Urss e propose una convergenza di governo alla Dc per allargare la base del consenso popolare. Con il partito comunista francese e con quello spagnolo indicò una nuova via, l’Eurocomunismo e pose per primo la ‘questione morale’ prima di tutto nel suo partito.  Giovanni Spadolini è stato lo statista per eccellenza. Uomo di vasta e profonda cultura e giornalista acuto, è stato ministro, capo del governo, presidente del Senato: in ogni ruolo anteponeva a tutto il senso delle istituzioni, lo spirito patriottico, il rigoroso rispetto delle leggi. Da giornalista aveva magistralmente diretto il Resto del Carlino e il Corriere della Sera. Piace anche ricordare sul giornale di questa terra che è stato lui a dare grande impulso ai Beni culturali e a realizzare, a Pian dei Giullari a Firenze, con la fraterna amicizia di Cosimo Ceccuti, uno scrigno di sapere. Simbolo del partito repubblicano, ha dato forza all’asse laico e socialista in Italia rompendo l’egemonia della Dc. Bastano questi accenni per capire perché oggi sentiamo la mancanza di figure come Berlinguer e Spadolini, in questa desolata landa della politica attuale.