Cinque punti per la Toscana

Agnese Pini

Agnese Pini

Firenze, 8 settembre 2019 - Caro Governo ConteBis, ti scrivo a pochi giorni dal tuo insediamento perché ci sono cose che stanno a cuore alla nostra terra e che non possono essere dimenticate, imboscate, barattate. A Roma saremo poco rappresentati e non vogliamo correre il rischio di restare immolati sugli altari delle ragioni di Stato. In Toscana (forse in tutta l’Italia?) si discute molto, ma si conclude poco. La maggior parte dei temi caldi di cui ci occupiamo anche su questo giornale si rimpallano da anni: stessi titoli, e mai una soluzione. Per questo ecco cinque richieste in cinque punti, tanti quante sono le stelle della tua forza di maggioranzia.

1) Lavoro. Ci sono vertenze ad alto rischio. Ne cito alcune. La Bekaert di Figline Valdarno: a fine anno termina la cassa, e i tempi per una soluzione sono risicati. In ballo, la vita di 224 persone. Le acciaierie di Piombino: a ottobre scadono gli ammortizzatori, e ancora non è chiaro il piano industriale di Jsw. Il Governo non se ne dimentichi.

2) Cultura e turismo. C’è da (ri)giocare la partita degli accorpamenti voluti dall’ex ministro Bonisoli (che a Firenze ha fuso Uffizi e Accademia), ma al di là della diatriba politica resta un problema serissimo con cui la regione deve confrontarsi, e non può farlo da sola: il turismo sta cambiando e la sua pianificazione – dagli Airbnb al turismo diffuso – non può essere lasciata solo agli enti locali. È miope, oltre che pericoloso. Tra le emergenze: questo giornale si è a lungo occupato della crisi della Versilia, schiacciata da una concorrenza spietata. Al tempo stesso, città come Firenze non riescono a sostenere flussi di visitatori aggressivi e non più redditizi.

3) Ambiente. Non si continui a far finta che l’erosione sia «un nostro problema». È un’emergenza nazionale e il ripascimento (tardivo) non frena un fenomeno che compromette la sopravvivenza delle spiagge con ripercussioni ambientali ed economiche. Sulla geotermia: i Gialloverdi hanno sospeso incentivi e investimenti. È il caso di ripensarci.

4) Sanità. Con quota 100 nei nostri ospedali si è creata una voragine nel personale, tra medici e infermieri: bisogna sbloccare il turnover e tornare ad assumere.

5) Infrastrutture. Porto di Livorno: dall’ex ministro Toninelli tante promesse per potenziarlo, ma siamo fermi al palo. Aeroporto di Firenze: dopo anni di vergognosa melina, non lasciamo che diventi merce di scambio per trattative su partite nazionali e sovranazionali che rischiano di spaccare l’attuale maggioranza. Sarebbe un peccato, oltre che l’ennesima brutta figura. Per tutti.