Giani per ora ha un solo rivale e non è a destra

L'editoriale della direttrice della "Nazione"

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

Firenze, 16 febbraio 2020 - Con il centrodestra in affanno e a corto di idee, nomi e direttive (ancora non sappiamo chi sceglierà il candidato governatore tra Forza Italia, Fratelli d’Italia e la Lega) è sorta una preoccupazione: non è che questa campagna elettorale per le regionali di maggio rischia di diventare noiosissima? Eugenio Giani è partito già da un mese con cene e comizi, avversari all’orizzonte non ce ne sono, e anche quando arriveranno inizieranno con uno svantaggio di tempo e motivazioni non di poco conto. Per tutte queste ragioni, la possibilità che i prossimi mesi regalino ben pochi brividi sarebbe in teoria molto alta. E invece no. Ancora una volta, in soccorso contro il tedio è venuto Matteo Renzi. 

Perché in Toscana si consumerà inevitabilmente lo scontro già in atto a Roma tra Pd e Italia Viva. E gli attacchi continui con cui il senatore fiorentino bombarda la coalizione di governo non potranno non avere effetti nella corsa alla Regione, dove Iv si gioca credibilità e sopravvivenza, bloccata com’è a un poco lusinghiero 4% nei sondaggi, appena nata e mai davvero decollata. Ora: Renzi sa bene che per ottenere un risultato elettorale degno (che non può quindi scendere sotto il 10%) il suo partito ha bisogno di meno concorrenza possibile sul campo, e per questo una «lista civica del presidente» non sarebbe vista di buon occhio dai suoi.  Giani, d’altro canto, deve fare i conti con un Pd sempre più irritato nei confronti dell’ex segretario, e quindi poco disponibile a concedergli linee di credito. Un’impasse a tratti imbarazzante, almeno sul piano politico. Anche perché fu proprio Renzi il grande sponsor di Giani a fine estate, quando pubblicamente appoggiò la sua candidatura poco prima di mollare i Dem e di fondare Italia Viva.  È così che il principale avversario (occulto) di Giani rischia di diventare proprio Renzi, in un testa a testa dal sapore paradossale: per caratteri, curriculum politico, gestualità, fisicità. Il sorriso bonario di Giani contro la sfrontatezza di Renzi, l’uomo sopravvissuto alla prima e alla seconda Repubblica contro il rottamatore a sua volta autorottamato, le giacche grigio fumo contro i completi firmati Scervino, il mediatore che appiana i conflitti contro il bombarolo della politica italiana, l’ex ragazzo di provincia orgoglioso della sua provincia contro il boy scout di Rignano che conquistò Roma. C’è già materia per un’intera campagna elettorale. In attesa che da destra arrivino gli avversari ufficiali.