La volata elettorale

L'editoriale del direttore Francesco Carrassi

Firenze, 12 maggio 2019 - Siamo a due settimane dalle elezioni europee e dalle elezioni amministrative. Siamo chiamati a sentirci sempre di più cittadini europei consapevoli, proprio in un momento cruciale per il futuro stesso di una istituzione che necessita di una vera riforma. Con le sfide comunali ci caliamo nelle nostre realtà quotidiane, delle piccole e grandi comunità che sono con la famiglia alla base del nostro Belpaese. E’ un doppio appuntamento con le urne che richiede la nostra attenzione responsabile. Sia per il destino di casa nostra e per quello non tanto lontano, come erroneamente si può pensare, dell’Europarlamento, le cui decisioni hanno effetto sulla nostra vita di tutti i giorni.

Per questo avevamo fatto appello alla costruzione di un dibattito efficace e costruttivo già quando mancavano cento giorni al voto. La campagna elettorale, sia quella locale sia quella sull’Europa del futuro, continua invece a segnare il passo: più che di contenuti si alimenta, purtroppo, di slogan e di polemiche. La campagna elettorale, sia quella locale sia quella sull’Europa del futuro, continua invece a segnare il passo, più che di contenuti si alimenta, purtroppo, di slogan e di polemiche. E, quel che è peggio, offre il fianco al teatrino dei contrasti che dà forza al gioco della sopravvivenza del governo.

Quale destino per l’esecutivo? Proprio dall’esito di un voto che non lo dovrebbe riguardare. Attenzione, non è così che si fa l’ interesse dei cittadini e che si combatte quello che dovrebbe e deve essere considerato il nemico comune: l’astensionismo che, soprattutto per le europee,incombe come un macigno. Siamo ancora in piena crisi economica ma ancor più in piena crisi della politica. Che fare? Noi abbiamo il dovere di richiamare tutti alla responsabilità della concretezza. Vorremmo che in questo scorcio di tempo ci si sforzasse almeno di parlare di proposte di un presente che guarda al futuro, con le intenzioni di costruire qualcosa e non contro qualcuno e qualcosa. Vorremmo che il partito del no a prescindere fosse surclassato da quello dello sviluppo, compatibile certo, sostenibile ovviamente, ma sempre con l’obiettivo dello sviluppo, della crescita felice, senza contraddizioni.

L’Europa così come concepita non va. Che vada riformata è sotto gli occhi di tutti; perché viva ma cambi decisamente rotta, perché invece di essere un ostacolo diventi un centro promotore di idee e risorse. Con una precisazione: non è cedendo agli interessi di ogni singolo Stato che si dà forza alla Ue. L’obiettivo sviluppo riguarda anche le nostre città, i nostri Comuni, piccoli e medi che siano. Anche qui mettiamo davvero e seriamente nei dibattiti i confronti su prospettive di crescita delle nostre comunità e non ci affatichiamo solo a demolire le idee e le tesi degli avversari. E dopo il voto, lo ribadiamo da sempre, il sindaco sia di tutti, non sia solo il sindaco dei partiti che lo hanno sorretto. Ai candidati civici una raccomandazione: rimanete tali anche dopo il voto, non prendete tessere di partito, non vi fate tirare per la giacchetta.

Le liste civiche, quelle autentiche, siamo valorizzate e marchino le distanze dalle liste civetta o acchiappavoti. Un ultimo consiglio: usate queste due settimane per tornare e stare tra la gente, ascoltarla e fate tesoro di queste relazioni ritrovate. Solo così tornerete a dare senso e dignità alla politica.