I simboli da tutelare

L'editoriale del direttore de La Nazione Francesco Carrassi

Firenze, 19 maggio 2019 - Ci sono simboli che vogliono dire storia. E nella Firenze, ricca di tanti simboli, ci sono istituzioni che tutti ci invidiano, patrimoni che impongono di essere tutelati, e tramandati. Simboli che appartengono al mondo. Perciò possiamo tirare un sospiro di sollievo sapendo che “Alinari”, la celebre casa fotografica, titolare e scrigno un immenso patrimonio iconografico sarà salvata e rilanciata.

E tiriamo un sospiro di sollievo sapendo che l’operazione di recupero e di promozione di questo patrimonio di immagini è stata annunciata e fatta da mano pubblica, il Comune di Firenze e la Regione Toscana, per garantirne il completo utilizzo. Sarà dunque una operazione di salvataggio da lode per la conservazione di questa ricchezza culturale e per garantirne il potenziale sviluppo. Il plauso va al governatore toscano Enrico Rossi e al sindaco di Firenze Dario Nardella per aver trovato e messo insieme, in una sinergia virtuosa, le risorse necessarie.

Il passaggio è stato, pur nella sua complessità, semplice e chiaro. Ha detto il sindaco di Firenze: «Mi sono sentito con Enrico Rossi, gli ho detto che come Comune di Firenze siamo estremamente preoccupati per il futuro di Alinari e di una delle più importanti collezioni di fotografie al mondo. E, dopo aver consultato anche i miei uffici, possiamo annunciare che siamo pronti ad acquistare la collezione fotografica al fianco della Regione Toscana». Ma non solo.

Sempre Dario Nardella ha annunciato che c’è la possibilità di mettere a disposizione un immobile di prestigio storico-artistico a Firenze, gratuitamente, «da individuare insieme alla Regione» e che «siamo pronti a creare le condizioni per salvare tutti i posti di lavoro». «Non possiamo permettere in nessun modo che la collezione venga smembrata – deprecabile eventualità che, peraltro, è anche vietata dalla legge - né che venga trasferita fuori dalla città di Firenze». Benone così, quindi. L’operazione Alinari è simile a quella per salvare il Memoriale di Auschwitz che, come si ricorderà, è stato di fatto «adottato» da Firenze, anche in questo caso grazie alla collaborazione tra la Regione e il Comune (e altri enti e privati). Così ora è visibile e visitabile, nel presente e a futura memoria, proprio a Firenze, da grandi, ragazzi e bambini. Sono due esempi nei quali i simboli e i significati si compenetrano nel loro potente messaggio per ribadire il principio che è così che si devono muovere le amministrazioni, in un esclusivo e preminente interesse. Quello pubblico.