Se sbarcasse un marziano a Roma

Fotografie dalla crisi

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

Firenze, 31 gennaio 2021 - Fotografie dalla crisi di governo. Le consultazioni iniziate giovedì hanno visto il preludio tutto incentrato sullo psicodramma del senatore forzista Vitali, che prima si converte ai Responsabili ma poi ci ripensa, nella notte: una ri-conversione rovesciata e triplo carpiata. Bastava quello a farci capire il senso di quanto si andava consumando davanti ai nostri nasi, partito dopo partito, per le 48 ore più astruse della politica italiana recente. Più che una tragedia, una farsa. Così se sbarcasse un marziano troverebbe questo: un Paese dilaniato dalla pandemia, i vaccini che non si trovano, le multinazionali farmaceutiche che hanno sostanzialmente fregato l’Unione Europea, e quindi anche l’Italia, la crisi economica più grave dal secondo Dopoguerra, centinaia di morti ogni giorno. Centinaia. E una maggioranza di governo rocambolescamente dimissionaria, impegnata da due settimane a cercare di decidere chi è amico di chi, chi ha litigato con chi, chi può sostenere chi, nella baraonda generale che profila un triste clima da basso impero, dove l’interesse particolare ha falcidiato il senso del dovere per il proprio ruolo e per il Paese.

Fotografie della crisi di governo, ultimi scatti. C’è un presidente della Repubblica scuro in volto, che prova a riportare tutti alla realtà del Covid. Parole dure e precise, per chi ha orecchie e vuole intendere, tra quel che resta dei partiti. A destra: una coalizione che ha mostrato il fiato corto, arroccata sul mantra del voto-o-morte, con Forza Italia che prova a interpretare un ruolo più istituzionale senza riuscirci. Quel che resta della sinistra è invece tutto nel fermo immagine di Zingaretti che dopo l’incontro con Mattarella legge un foglio striminzito con l’entusiasmo di chi è costretto a declamare gli effetti collaterali su un bugiardino. E pure ieri sera, al termine del colloquio con Fico -‘ribadiamo la fiducia a Conte’, ha detto - si è riconfermata al pubblico l’istantanea di un Pd che ancora una volta non riesce a incidere quanto potrebbe, e resta lo spettatore tiepido di una partita giocata da altri. Da Matteo Renzi in primis, che di quel Pd fu segretario, e oggi decide ancora, lui sì. Fa e disfa governi, fonda partiti politicamente inesistenti per restare ago della bilancia, vola in Arabia Saudita per la pagnotta, ma poi continua a ripetere che la cosa importante è parlare di contenuti, di ideali. Vabbè.

Domani è un altro giorno, e Fico ci dirà se il Conte Ter s’ha da fare: molto dipenderà dalla tenuta dei 5 Stelle, alla loro ennesima crisi di coscienza, Renzi sì Renzi no, imprigionati nell’incantesimo di chi voleva sbaragliare la politica politicante e ne è rimasto imprigionato. Se ingoieranno il rospo di Italia Viva restando compatti nel nome di Conte, tutto ricomincerà da capo quasi dallo stesso punto magari con qualche posto in più per Renzi. Ma allora dovranno spiegarci perché tutto questo è iniziato. E anche il marziano ripartirà, c’è da scommetterci, senza averci capito niente di niente.