La scelta non scontata di parlare

L'editoriale della direttrice Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

Firenze, 30 gennaio 2020 - Ieri è successo qualcosa di inedito. Meglio ancora: lasciatemi dire, senza timore di esagerare, che ieri è successo qualcosa di storico. Perché mai un vescovo toscano aveva convocato una conferenza stampa, a pochissime ore dalla notizia di uno scandalo sessuale su cui indaga la procura, per parlare faccia a faccia coi giornalisti.

Senza nicchiare, senza chiudere citofoni e telefoni. Un confronto difficile e doloroso – sulla scia di un nuovo corso fortemente voluto da Papa Francesco – per spiegare alcuni basilari concetti: sì, c’è un’inchiesta in corso circa presunti abusi su minori, che vede coinvolte nove persone fra cui cinque preti.

E sì, c’è stata una denuncia arrivata anche in Curia. E sì, la diocesi ha aperto un’indagine interna parallela a quella della magistratura ordinaria. Che farà il suo corso, come si dice in questi casi. Che accerterà colpevolezze e valuterà prove, come è chiamata a fare. Ma intanto un vescovo ha parlato, non si è nascosto e non ha nascosto.

E per questo – che è poco ed è tantissimo, che è una goccia ma diventa enorme, diventa prima di tutto un precedente – lascia un segno. Era doveroso ma non era scontato che parlasse, monsignor Nerbini. Eravamo abituati a ben altri atteggiamenti, a ben altre condotte. Faccio questo mestiere di giornalista da non troppi anni, ma non poche volte mi sono imbattuta in storie che avevano a che fare con abusi e violenze commessi da uomini di fede, o presunti tali.

Da parroci, ma anche da più alti prelati. E ogni volta oltre alla tristezza e all’indignazione nel dover raccontare certe storie, si aggiungeva la rabbia nel trovare omertà e silenzi ostili, incomprensibilmente ostili, da parte di chi avrebbe dovuto farsi carico almeno da un punto di vista morale e spirituale di comunità sconvolte, di vittime che non potranno mai essere davvero risarcite. E allora le parole di monsignor Nerbini ci ricordano con sollievo che in fondo bastano piccoli gesti per cambiare le cose. E la Chiesa.