Se l'ottimismo sembra un'idea dell'altro mondo

L'editoriale della direttrice Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

Firenze, 28 dicembre 2019 - Il 2019 è stato durissimo, allora almeno facciamoci coraggio: il 2020 sarà il migliore degli anni possibili nel migliore dei mondi possibili. Lo so, messa giù così suona seccante e più improbabile di un racconto di fantascienza.

Ma il premier Conte un anno fa non ha detto una cosa poi tanto diversa (“il 2019 sarà bellissimo”), superato in ottimismo cialtrone solo da Di Maio quando abolì la povertà: sappiamo bene come è andata a finire.

Il risultato è che ormai gli italiani sono praticamente pronti a tutto, niente turba più le nostre digestioni: ci siamo abituati alla visione dei corpi sudati dei politici in costume da bagno, al crollo dei governi a Ferragosto, alle Finanziarie fatte per non cambiare sostanzialmente nulla.

Ci siamo abituati ai 5 Stelle che non mandano più a vaffa il Pd ma ci formano un governo, alla nuova recessione economica che avevano detto non sarebbe tornata, al Presidente della Repubblica minacciato di morte su Facebook da una casalinga annoiata, ai nostalgici delle camere a gas, ai bambini lasciati annegare in mare, agli ambasciatori francesi richiamati in patria per le bizze di giovani governanti, agli Usa che tassano i crostini col prosciutto.

Per noi giornalisti questo è un vero problema: che cosa potrà fare ancora notizia? Cosa potrà mai accadere nel 2020, il migliore degli anni possibili? Per reggere il confronto col 2019, come minimo Renzi dovrebbe mantenere la parola data per più di 24 ore, Salvini adottare tre bambini clandestini, Conte e Zingaretti fuggire insieme sparigliando le carte, la Meloni sdoganare Genitore 1, Genitore 2 e perfino Genitore 3.

Eppure qualcosa di buono si muove sul serio: in questa vaga bruttezza che ci ha assuefatti più o meno tutti, fatta di parole vuote, annunci insulsi e promesse che ormai neppure si ascoltano più, abbiamo visto spiragli di luce. Viviamo la stagione dell’antipolitica ma non c’è mai stata così tanta voglia di buona politica, a destra come a sinistra.

Nel torpore generale sembra risuonare di nuovo il desiderio di un’alternativa: non solo i giovani in piazza, ma pure la richiesta di tanti di tornare a votare. Si chiama partecipazione, e non succedeva da tempo: chissà che la sua onda lunga non possa cambiare qualcosa. E se anche questa vi sembra fantascienza, ricordatevi che nel 2020 l’uomo conquisterà Marte con una super missione già pronta a partire: il migliore dei mondi possibili, a quanto pare, si può ancora sognare. Per l’anno invece ci stiamo attrezzando.