Il decollo rimandato

L'editoriale

Firenze, 18 marzo 2018 - Quello che si temeva è accaduto. Proprio quando si era sul punto di arrivare a una svolta concreta, eccoci all’annuncio del ricorso al Tar dal sindaco di Prato Matteo Biffoni contro il decreto di Valutazione di impatto ambientale che ha sbloccato, come si prevedeva, l’iter autorizzativo per la realizzazione della nuova pista parallela dell’aeroporto di Peretola-Firenze. Ripartiamo dai dati oggettivi. Dopo anni di attesa il Ministero dell’Ambiente aveva dato il via libera al potenziamento dello scalo aeroportuale fiorentino sia per la nuova pista sia per le infrastrutture anche se con una serie di prescrizioni a tutela dell’ambiente e della sicurezza. Con questi interventi si stima che il nuovo aeroporto frutterà anche duemila posti di lavoro e migliaia nell’indotto. La tanto invocata integrazione degli scali di Firenze, potenziato, e Pisa avrà come effetto la creazione di un polo per l’Italia centrale competitivo a livello internazionale, con beneficio sia per lo sviluppo delle relazioni economiche e commerciali sia per lo sviluppo del turismo.

Basta leggere l’ultimo bilancio approvato dal consiglio di amministrazione di Toscana aeroporti per capire che ci sono enormi potenzialità. Il sistema aeroportuale toscano ha sfiorato la soglia degli 8 milioni di passeggeri con un aumento del 5,2 %. E il nuovo record appartiene ad entrambi gli scali, il Galilei di Pisa con 5,2 milioni di passeggeri (+4,9 per cento) e il Vespucci di Firenze con 2,7 milioni di passeggeri (+5,7 per cento). Gli effetti economici sono conseguenti. Che cosa lamentano i sindaci della Piana? Di essere stati tagliati fuori da Roma mentre, osserva il sindaco di Prato, ‘il nostro Comune insieme a tutte le amministrazioni della Piana aveva avviato un percorso che stava al di fuori dei tribunali perché la controversia legale è la negazione di quello che sarebbe doveroso’. E ancora: ‘Avevamo individuato nella presenza nell’Osservatorio ambientale la modalità giusta per affrontare in maniera consapevole, condivisa e assolutamente informata l’evolversi di questo percorso’. Di fronte a queste affermazioni viene da pensare che proprio mentre si afferma la necessità di una scelta della politica, la politica mostra tutta la sua incapacità. Cosa fa il Pd oltre a continuare a spaccarsi con i sindaci di Firenze e di Prato l’uno contro l’altro? L’altra riflessione è ancora una volta quella che vince la politica del no (o la politica del Tar). Il messaggio è che la politica abdica, nei fatti, a funzione e responsabilità. 

Diteci allora chi può permettersi di perseverare in una impasse così quando ci sono elementi che ci dicono che la crisi ormai decennale inizia a calare. Spiegatecelo perché non lo capiamo. E penso che non lo capiscano tutti coloro che fanno impresa e che lavorano sperando che la politica faccia il suo dovere. No, non ci siamo. E ogni giustificazione a questo punto suona più come alibi che come ragionamento.