Guerra in Ucraina, il prezzo della farina di grano tenero è salito del 10% in tre giorni

I panificatori di Cna Firenze: “Dovremmo rialzare i prezzi, ma pagare 2 euro un filone di pane da mezzo chilo è improponibile”. Rischio sospensione attività per i fornitori della grande distribuzione

Un fornaio con il pane del Mugello

Un fornaio con il pane del Mugello

Firenze, 1 marzo 2022 - Oltre al dramma per la perdita di vite umane, la guerra sta già provocando gravi effetti in termini economici e sociali. A lanciare l'allarme Andrea Panchetti, presidente dei dolciari e panificatori di Cna Firenze Metropolitana, che ricorda come nell'area ci siano oltre 400 panifici, di cui quasi il 70% artigianali.

“In un solo giorno, il 24 febbraio, subito dopo l’invasione dell’Ucraina, le quotazioni del grano sono cresciute del 5,7%, raggiungendo i 9.34 dollari a bushel. Solo nei tre giorni successivi – afferma – il costo della farina di grano tenero è aumentato del 10%. Una crescita che, andandosi a sommare agli incrementi di materie prime già registrati a partire dalla fine del 2021 e all’impennata dei costi energetici, sta rendendo antieconomica la produzione”.

“Dovremmo rialzare i prezzi, ma portare a due euro un filone da mezzo chilo che ora, dopo la prima ondata di rincari, costa 1,80 euro, quando a giugno ne costava 1,50, è improponibile. Ancora più complicata – sottolinea Panchetti – la situazione per i fornitori della grande distribuzione. Per molti di loro, infatti, si prospetta la sospensione dell’attività, non solo per mancanza di marginalità, ma anche per difficoltà nella copertura dei costi d’impresa: personale, materie prime, energia, solo per citare alcune voci. Paradossale per un comparto che offre lavoro e in cui la domanda esiste”.

Nei rapporti commerciali con l’Ucraina, spiega un’analisi di Cna, il settore agroalimentare risulta quello più colpito essendo il secondo fornitore del Paese dopo la Polonia. Sul lato delle importazioni, il nostro paese acquista soprattutto oli grezzi di girasole, frumento tenero e il mais per il quale Kiev è il secondo fornitore dell'Italia, assicurando una quota superiore al 20% del fabbisogno.