Incognita tavolini e dehor in Toscana: Firenze balla da sola, il resto in ordine sparso

Il ritorno all'epoca pre covid: cosa cambia per il suolo pubblico dei locali

Firenze, 14 gennaio 2023 - Sul fronte dei tavolini straordinari concessi a bar e ristoranti per cercare di limitare i pesanti danni inferti dalla pandemia da Covid, Firenze ha deciso di andare controcorrente. Dopo mesi e mesi di polemiche e contrapposizioni fra commercianti e residenti che si sono visti occupare le strade da sedie e tovaglie, Palazzo Vecchio ha deciso di non aderire alla ulteriore proroga che lo Stato ha concesso fino al 30 giugno. La città d’arte ha deciso di lasciar scadere tutte le occupazioni straordinarie di suolo pubblico lo scorso 31 dicembre.

In strada sono rimasti solo i tavolini e i dehors dell’era precovid. Anche questi però con una scadenza vicina: il 14 marzo 2023. L’assessore al commercio Giovanni Bettarini sta già lavorando al prossimo piano. "I dehors – ha spiegato – sono una parte importante del governo della città, perché disegnano un pezzo dello spazio urbano e in un certo senso lo arredano.

Con il piano straordinario sono stati concessi maggiori spazi in un momento di grave emergenza nazionale ma adesso, anche se il governo ha prorogato la possibilità di utilizzare la procedura semplificata per le concessioni, noi pensiamo che sia giusto perseguire un’altra strada: vogliamo ripensare tutto l’utilizzo del suolo pubblico nella città".

Mettendo le mani avanti contro le possibili polemiche degli operatori: "Dopo un confronto costruttivo con le categorie che ringrazio, abbiamo deciso di ridisegnare la mappa dell’uso del suolo pubblico. Per questo ora cominciamo a lavorare per un nuovo piano organico e ragionato insieme alle categorie economiche, agli operatori e alla soprintendenza. Vogliamo gestire al meglio lo spazio pubblico della città e renderla ancora più funzionale e più bella".

Un tema sul quale però Firenze, presa d’assalto dalle proteste dei residenti nel centro storico e non solo, si muove con trocorrente rispetto al resto della Toscana dove i comuni si stanno muovendo in modo diverso.

Per esempio in Versilia. A Pietrasanta la giunta ha accolto l’indicazione nazionale e sta predisponendo una delibera per prorogare di altri 6 mesi, fino a giugno, il suolo pubblico temporaneo che le attività potranno richiedere in aggiunta a quello permanente.

Il suolo straordinario era già stato prorogato fino al 31 dicembre 2022 e verrà ora prorogato come ulteriore sostegno. Il servizio aggiuntivo è, comunque a pagamento, con la tariffa che viene conteggiata a seconda della durata del periodo richiesto. In media è leggermente più alta rispetto al suolo permanente, che per il 2023 resterà invariato.

A Forte dei Marmi il costo è tornato alla tariffa pre Covid: durante la pandemia il Comune aveva esentato il pagamento.

Viareggio invece alza ancora l’asticella: il canone unico quest’anno rincara: per esempio in zona 1 come la Passeggiata passa a 138,26 euro al mq all’anno, rispetto ai 124 euro al mq all’anno del 2021-22. La giunta però aveva consentito, ove possibile, l’ampliamento del suolo con più tavoli gratuitamente. E ha annunciato che anche per il 2023 l’ampliamento resterà gratis.

Ad Arezzo i tavolini all’aperto pagano quello che pagavano prima della pandemia e anche qui il Comune ha deciso di accogliere la proroga proposta a livello nazionale. Quindi fino al 30 giugno procede la deregulation che non obbliga bar e ristoranti a chiedere alla Soprintendenza l’autorizzazione ad andare oltre i vecchi limiti del suolo pubblico ma allargandosi secondo gli accordi fatti con i Comuni alla ripartenza.

A Prato dehors gratuiti anche nel 2023 con possibilità di ampliamento fino a 90 metri in centro storico e 120 metri nelle frazioni. Prima del Covid era uno spazio di 60 metri davanti o intorno al locale in tutta la città.

A Empoli, come è accaduto a Firenze, dal primo gennaio 2023 le tariffe sono tornate come nel 2019 cioè all’era pre pandemia. Per le pedane e i tavolini permanenti si va da 12,88 euro a metro quadro fino a 32,21 euro. Per le richieste di utilizzo temporaneo del suolo pubblico si va da 0,83 euro a 2,07 a metro quadro a seconda della zona. Sono le stesse tariffe in vigore dal 2015 e mai modificate. Solo nel 2020 furono azzerate per l’emergenza sanitaria.