Superbonus, allarme per gli interessi chiesti dalle banche sulla cessione dei crediti

In Toscana l'agevolazione vale 3,5 miliardi di euro di investimenti. Confartigianato Firenze: “Il Superbonus è diventato un incentivo per le banche”

Superbonus

Superbonus

Firenze, 17 dicembre 2022 – In Toscana al 30 settembre 2022 sono stati ammessi a detrazione con il Superbonus 110% quasi 3,5 miliardi di euro, di cui 2,4 miliardi riguardano lavori conclusi. Dai dati Enea emerge che gran parte degli interventi, pari a quasi la metà del totale, sono stati fatti su edifici unifamiliari, seguiti, al 40,9% del totale, dai lavori fatti su unità immobiliari funzionalmente indipendenti. Gli interventi sui condomini rappresentano solo il 9,5% del totale. Con l'approvazione della legge di bilancio sarà data la possiiblità di rientrare nel Superbonus 110 anche presentando la Cilas, cioè la comunicazione di inizio lavori, entro il 31 dicembre 2022 (e non entro il 25 novembre come attualmente previsto). Dal 1 gennaio 2023, infatti, come stabilito dal decreto aiuti Quater, si ridurrà dal 110 al 90% la detrazione delle spese sostenute per i lavori finalizzati all'efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Tra gli interventi agevolati rientra anche l’installazione di impianti fotovoltaici e delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. La situazione, però, per le imprese, è ancora molto difficile, anche sul nostro territorio, e il vero problema resta la cessione dei crediti.

Confartigianato Firenze: “Superbonus, un incentivo alle banche. Per la cessione dei crediti interessi anche del 35%” 

"Non riesco più a capire se il Superbonus sia ancora un incentivo a favore dei cittadini o delle banche. Visto ciò che stiamo riscontrando temo propria sia solo a favore di quest’ultime”. È la denuncia di Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Imprese Firenze, dopo un incontro con una delle tante imprese che ha illustrato ennesimi problemi nei rapporti con banche e istituti di credito. “La banca – spiega Ferretti ricostruendo tutta la procedura di accesso al credito – apre una pratica, senza però precisare il prezzo di acquisto, richiede la documentazione e, quando ha il disco verde, fornisce la percentuale. La percentuale sta diventando imbarazzante: sul 110%, per esempio, riconoscono circa l’80% tenendo per sé un 30-35% o anche 40%, per altri incentivi, di interessi, su lavori già fatti. Fino a poco tempo fa si arrivava a circa l’8%. In Toscana, nel mese di novembre, a dati Enea, ci sono stati oltre 26mila interventi: immaginiamo su questi numeri gli interessi che vanno a incassare le banche”. “In questo modo – aggiunge – tutto il circuito si inceppa a meno che non si passi attraverso queste vere e proprie forche caudine. Siamo di fronte ad una distorsione pesante del mercato e anche un tradimento degli obiettivi originali del Superbonus”. “Ci sono stati già troppi interventi da parte dei governi sul Superbonus con effetti generalmente negativi ma – conclude il segretario generale di Confartigianato Firenze – questo è un punto da correggere: serve un tetto massimo agli interessi che vanno alle banche”.

Cna Toscana Centro: “Serve intervento straordinario per svuotare i cassetti fiscali delle imprese” 

Recentemente Cna ha realizzato un'indagine su quasi 50 mila imprese in Italia della filiera costruzioni. “Le percentuali emerse – spiega il presidente di Cna Costruzioni Toscana Centro, Riccardo Castellucci - sono le stesse che riscontriamo sulle imprese del settore casa che operano sul nostro territorio.  La paralisi della cessione dei crediti fiscali, di fatto, provoca un impatto pesantissimo, e l’indagine lo dimostra”.  Oltre la metà del campione intervistato dichiara infatti che sta ritardando il pagamento dei fornitori, più del 40% stenta a pagare tasse e imposte, 6 imprese su 10 stanno valutando la sospensione dei cantieri in essere e l’86% afferma che non aprirà nuovi cantieri. Non solo.  Dall’indagine emerge che solo il 7% delle imprese che ha difficoltà con i crediti fiscali è disponibile a riconoscere ancora lo sconto in fattura, tutte le altre non lo faranno e tra queste quasi il 70% prevede una significativa riduzione del mercato di riferimento”. Sul fronte della cessione del credito, “molto significativa – sottolinea Castellucci - è la percentuale di imprese con cassetto fiscale pieno da almeno cinque mesi: nel maggio scorso era il 35%  mentre oggi sfiora il 75%, ed è aumentata la platea delle imprese che detiene crediti superiori a 100mila euro, dal 45 al 54,5% del totale”. Per le imprese, conclude, “è sempre più difficile anche individuare soggetti disposti ad acquisire i crediti legati ai bonus per l’edilizia e lo scenario continua a peggiorare”.