Stop a benzina e diesel entro il 2035, i concessionari auto: "Fantascienza"

“Mancano le infrastrutture e la possibilità in Italia di produrre così tanta energia per ricaricare i veicoli elettrici”, spiegano gli operatori del settore

Un distributore di benzina (archivio)

Un distributore di benzina (archivio)

Firenze, 30 giugno 2022 – L'Unione europea ha trovato l'accordo sul provvedimento sul clima che dice stop alla vendita di nuove auto a benzina e diesel entro il 2035. L'intesa ha l'obiettivo di ridurre le emissioni di Co2 del 100% per auto e furgoni nuovi. Come cambierà il mercato auto? Tra dieci anni o poco più gireremo tutti con le macchine elettriche? Per chi lavora nel settore, vendendo veicoli elettrici o non, è pura fantascienza. Mancano le infrastrutture per consentire la ricarica dei veicoli elettrici, manca in Italia la possibilità di produrre tutta l'energia per ricaricarle – basti pensare che solo a Roma, se tutto il parco macchine fosse elettrico, ci vorrebbero due centrali nucleari per alimentarlo – e si rischierebbe pure il dramma sociale, con tanti posti di lavoro persi.

“Secondo me non ci arriveremo mai allo stop di auto a benzina e diesel”, commenta Niccolò Brandini, titolare del gruppo Brandini spa. “Per la produzione di veicoli elettrici serve molta meno manodopera e già con l'attuale produzione le grosse case automobilistiche hanno chiuso tantissime fabbriche. Smettere del tutto di produrre le auto termiche significherebbe mettere sulla strada tantissimi lavoratori”. Il 'gioco non vale la candela' anche per un altro ordine di motivi. “L'inquinamento generato dal settore automotive - fa presente Brandini – rappresenta l'1 per cento dell'inquinamento mondiale. Anche se riuscissimo ad azzerarlo, resterebbe a livello globale il 99 per cento dell'inquinamento”.

C'è poi un altro motivo, che rende impraticabile la trasformazione del mercato in così pochi anni. “La mancanza di infrastrutture. Già oggi, chi ha un'auto elettrica ha difficoltà a ricaricarla al di fuori dell'abitazione privata. Produrre solo elettrico è anche possibile, le case automobilistiche hanno le tecnologie per farlo – afferma Alberto Catania, amministratore delegato di Car Village – ma a livello di infrastrutture per il 2035 non saremo pronti”. “Oltretutto – aggiunge – servirà anche molta più energia per ricaricare tutti questi veicoli elettrici e l'Italia non è in grado di produrla”. Ci sarà anche un'altra conseguenza, se mai ci si arriverà a rivoluzionare il mercato del'auto. “Lo stiamo già facendo, ma così apriremo definitivamente non la porta, ma il portone ai brand cinesi, perché le case automobilistiche europee non riusciranno ad arginare i costi e alzeranno molto i prezzi al cliente finale, lasciando una fetta di mercato alla Cina, che già si sta organizzando per entrare in Europa”.

Più possibilista Gennaro Granato, direttore vendite della concessionaria Ford Autosas di Firenze. “Tredici anni sono tanti. Basti pensare a quello che era il mercato delle auto una decina di anni fa in Italia. E' un tempo sufficiente per essere pronti a vendere nel nuovo solo veicoli elettrici”. “Certo, ci sarà un periodo di transizione, dove continueranno a circolare e ad essere vendute auto usate a diesel e benzina. Inoltre, sarà indispensabile avere un numero adeguato di colonnine di ricarica, una ogni palo della luce, e i veicoli elettrici dovranno diventare accessibili anche ai ceti medi. Al momento – sottolinea Granato - non lo sono. Oggi per acquistare un'auto elettrica ci vogliono almeno 30mila euro, oltre 60mila euro per acquistarne una con autonomia di 600 chilometri”.