Sanzioni alla Russia, gli effetti economici del blocco del sistema Swift

Cos'è lo Swift? Quali prodotti aumenteranno e come cambieranno le nostre bollette? Le risposte alle domande più frequenti

Petrolio

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Roma, 28 febbraio 2022 – La guerra e le sanzioni alla Russia hanno un pesante impatto sull'economia italiana, aggravando un quadro fatto di rincari energetici e inflazione galoppante. Cala la fiducia dei consumatori ed è allarme aumenti. Ecco come la crisi Ucraina inciderà sui mercati e sulla vita degli italiani.

Cos'è lo Swift? E' l'acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication. E' un sistema, nato nel 1973, che consente alle banche di spostare denaro, usando dei codici che identificano il paese, l'istituto di credito e la filiale in cui si trova il conto. Lo Swift ha sede a Bruxelles ed è supervisionato dalla Banca centrale belga assieme a rappresentanti di Federal Reserve System americana, Bce, Banca del Giappone e altri organismi finanziari mondiali. La Russia ha il secondo numero di utenti dopo gli Stati Uniti. Il blocco dello Swift significa dunque che le banche russe non possono usare questo sistema per fare o ricevere pagamenti e di conseguenza per le imprese del Paese diventa complicato investire o finanziarsi dall'estero.

Perché i tassi delle banche russe sono in rialzo? La Banca centrale russa ha aumentato i tassi di interesse di riferimento di 10,5 punti, dal 9,50 al 20 per cento. Una decisione dovuta all'innalzamento delle sanzioni e in particolare al blocco dello Swift ."Le condizioni esterne per l'economia russa sono cambiate radicalmente. L'aumento dei tassi – ha spiegato la Banca centrale russa – permetterà un aumento dei tassi di deposito verso i livelli necessari per compensare i crescenti rischi di svalutazione e inflazione". Un modo, insomma, per rispondere all'inflazione e cercare di mantenere la stabilità finanziaria del paese.

Come stanno reagendo i mercati finanziari? Come ha spiegato Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Bce, Il conflitto in Ucraina sta già determinando un aumento della volatilità finanziaria è può inoltre indurre gli investitori ad anticipare il potenziale impatto delle sanzioni e delle possibili ritorsioni, provocando ulteriori tensioni sui mercati.

Quanto valgono import ed export tra Italia e Russia? L'interscambio Italia-Russia vale circa 20 miliardi. Secondo i dati Ice, le importazioni sono 12,6 miliardi, sopratutto gas e petrolio, mentre le esportazioni ammontano a 12,6 miliardi.

Quale sarà l'effetto delle sanzioni alla Russia sull'Italia? Il rischio maggiore riguarda l'approvvigionamento di gas, tanto che in Italia si sta valutando di riaprire le centrali a carbone. Ma l'effetto a medio termine è quello dell'inflazione, che, secondo le stime degli analisti, potrebbe raggiungere il +6 per cento, determinando così, sostiene Confesercenti, minori consumi per 4 miliardi di euro.  

Come cambieranno le nostre bollette? Secondo Confesercenti, i prezzi dell'energia, già schizzati alle stelle da fine 2021, hanno registrato un ulteriore rimbalzo, con aumenti del 27% per il petrolio e del 52,4% per il gas rispetto a inizio 2022. Le conseguenze sulle imprese e sulle tasche delle famiglie si stimano pesantissime.

Quali sono i prodotti destinati ad aumentare di più? Carburanti, ma anche prodotti alimentari di prima necessità, come pane e pasta. Come rileva Confagricoltura, prosegue infatti la corsa verso l’alto dei futures relativi alle principali materie prime agricole.Nelle ultime ore si è registrato un aumento che sfiora il 10 per cento per il grano. Per mais e soia l’incremento è, rispettivamente, del 5 e del 4 per cento. A far volare i prezzi del grano e degli altri prodotti agricoli, sottolinea Coldiretti, è la sospensione a causa della guerra delle spedizioni commerciali dai porti sul mar Nero dell'Ucraina, che insieme alla Russia rappresenta quasi un terzo del commercio mondiale di grano (29%) ma anche il 19 per cento delle forniture globali di mais per l'allevamento animale e ben l'80 per cento delle esportazioni di olio di girasole.

C'è il rischio di speculazioni sui prezzi al consumo? Sì, secondo le associazioni dei consumatori. Massimiliano Dona, presidente di Unc, l'Unione nazionale dei consumatori, spiega infatti che “serve tempo prima che le eventuali mancate importazioni delle materie prime dalla Russia e dall’Ucraina possano ripercuotersi sui prezzi finali di vendita dei prodotti trasformati”.“È ovvio che all’inizio i mercati reagiscano con esplosioni delle quotazioni internazionali, dal gas al petrolio fino al grano – sottolinea– ma non è il dato di quattro o cinque giorni che potrà determinare incrementi dei prezzi per i consumatori. Bisogna, quindi, attendere l’evoluzione della situazione”. “Infine, la materia prima incide solitamente in minima parte sul prezzo finale di vendita. Per quanto riguarda la pasta, ad esempio, incide per meno del 25 per cento. Questo vuol dire, ad esempio, che per avere un aumento della pasta del 20 o del 30 per cento, il prezzo del grano dovrebbe salire, rispettivamente, dell’80 e del 120 per cento. Inaccettabile, quindi, che i produttori di pasta o i distributori, che hanno già rialzato i prezzi del 12,5 per cento da gennaio 2021 a gennaio 2022, mettano già avanti le mani per altri rincari”, conclude Dona.