Catasto, ecco cosa cambia con la riforma fiscale. Dal 2026 i nuovi dati sugli immobili

Nessun aumento delle tasse, ma uno dei primi obiettivi sarà l'emersione di immobili e terreni fantasma

Vendita immobili (Newpress)

Vendita immobili (Newpress)

Roma, 6 ottobre 2021 – Il governo ha approvato la delega sulla riforma fiscale che prevede, tra l'altro, la riforma del catasto. Saranno stabiliti nuovi criteri per la classificazione degli immobili – valori patrimoniali accanto alle rendite, aggiornamento periodico, regole specifiche per quelli storico-artistici – che saranno rilasciati a partire dal 1 gennaio 2026 e che in ogni caso non saranno utilizzati «per la determinazione della base imponibile dei tributi». Nella prima fase ci si concentrerà invece sopratutto sugli strumenti a disposizione di Comuni e Agenzia delle Entrate per l'emersione di immobili e terreni fantasma.Vediamo in dettaglio, cosa cambia, secondo l'articolo 7 della delega fiscale.

La modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale ha l'obiettivo di modernizzare gli strumenti di individuazione e controllo delle consistenze di terreni e fabbricati, in particolare partendo dagli immobili attualmente non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso o la categoria catastale attribuita, i terreni edificabili accatastati come agricoli, gli immobili abusivi, per i quali saranno individuati incentivi all'emersione. Saranno inoltre previsti strumenti e moduli organizzativi per facilitare la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l’Agenzia delle entrate e i competenti uffici dei Comuni.

Dal 1 gennaio 2026 sarà disponibile l'integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati. A ciascuna unità immobiliare sarà attribuita, oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa attualmente in vigore, anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base ai valori normali espressi dal mercato. Saranno previsti meccanismi di adeguamento periodico dei valori patrimoniali e delle rendite delle unità immobiliari urbane in relazione alla modificazione delle condizioni del mercato di riferimento e comunque non al di sopra del valore di mercato.

Per le unità immobiliari riconosciute di interesse storico o artistico, saranno introdotte adeguate riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario che tengano conto dei particolari e più gravosi oneri di manutenzione e conservazione nonché del complesso dei vincoli legislativi relativi a destinazione, utilizzo, circolazione giuridica e restauro. In generale, non ci saranno però aumenti delle tasse sugli immobili, assicura il governo. Nel testo della delega fiscale si specifica infatti che “le informazioni rilevate” non saranno “utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali”. Con la riforma fiscale il gettito dell'Imu andrà tutto ai Comuni.