Pitti Filati, tra sostenibilità e incertezza: "Il governo sia più attento alle imprese"

Presentato il concorso "Feel the Yarn". E c'è anche un laboratorio tessile animato da richiedenti asilo

Un'immagine di Pitti Filati (New Press Photo/Cabras)

Un'immagine di Pitti Filati (New Press Photo/Cabras)

Firenze, 23 gennaio 2019 - Andamento lento, con un (cauto) ottimismo bilanciato dall'incertezza per lo scenario futuro: Pitti Filati, la rassegna del meglio della grande filatura per maglieria a livello mondiale (fino al 25 gennaio con l'anteprima delle collezioni primavera-estate 2020), si è aperta con un ritmo piuttosto tranquillo, padiglioni della fortezza da basso non particolarmente affollati, ma in un clima parzialmente rasserenato da un 2018 con il segno più. non sono solo i dati sul settore forniti da sistema moda italia (fatturato a +2,7%) ma anche la percezione dei singoli imprenditori porta a un clima tutto sommato positivo, pur se l'aumento delle materie prime e le incertezze sul quadro nazionale e internazionale destano un po' di preoccupazione. 

"Il 2018 è stato un anno positivo _ dice Andrea Cavicchi, della Furpile presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord _ con gli ultimi tre mesi che hanno vista una frenata per i tessuti, mentre i filati per maglieria continuano ad andare bene. Certo, le incertezze sulla siituazione interna, con l'economia italiana che ristagna, ed esterna, con i dazi Usa-Cina che si fanno sentire, la Brexit,la situazione europea".

Sul fronte della politica economico-industriale interno gli impreditori tessili non nascondono perplessità e chiedono più attenzione al Governo: "Non voglio fare classifiche _dice Cavicchi_ giustamente ogni governo si muove su linee diverse dai precedenti, ma prima c'era una grande attenzione al mondo delle imprese, oggi c'è un'attenzione differente. Con il ministro Calenda c'era un grande sforzo sull'internazionalizzazione, ora vedo scelte diverse".

Sulla stessa linea Federico Gualtieri, titolare della Filpucci e presidente del Consorzio Promozione Filati, conferma che il 2018 è stato positivo per la sua azienda ("siamo cresciuti sul 2017, riportandoci ai livelli e del 2016") dopo l'investimento di 1,5 milioni l'anno precedente con il programma Industria 4.0: "Si tratta di un programma che non verrà rifinanziato _ dice Gualtieri_ mi pare che adesso il Governo sia orientato su altre scelte, per ora non vedo attenzione verso le imprese". 

Gualtieri sottolinea la grande attenzione della sua azienda al tema della sostenibilità (ambientale ed etica) della produzione. Un tema che attraversa Pitti Filati e coinvolge molte aziende. "La nostra è una sostenibilità che riguarda tutto il processo produttivo e riguarda anche i nostri partner che sono certificati e controllati. Il 70%v della nostra produzione è sostenibile dal punto di vista etico ed ecologico con certificazioni che riguardano tutto il processo produttivo". In questo sforzo la Filpucci si è iscritta a Higg Index, una sorta di social network della sostenibilità. "In questo network siamo l'unica azienda italiana certificata del tessile abbigliamento". 

Sulla sostenibilità insiste molto da tempo il Lanificio dell'Olivo come spiega il direttore generale Fabio Campana. "La grande novità di quest'anno è la presentazione di un'intera famiglia di filati sostenibili, per metà utilizzando materiale biologico e per metà riciclato. Nel complesso, il 20% della nostra produzione è sostenibile". Riguardo al 2018, Campana è soddisfatto: "E' stato un buon anno, abbiamo chiuso il nostro bilancio con un +15%". 

Soddisfatta anche Raffaella Pinori (della Pinori Filaticoordinatrice del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord ): "I dati sull'andamento delle imprese pratesi del nostro settore inducono all'ottimismo. Abbiamo lavorato e investito molto per introdurre innovazione nelle nostre aziende e per qualificarci come punto di riferimento per chi aspiri a prodotti creativi, sostenibili e di qualità. E' giusto che ora raccogliamo qualche buon risultato". Secondo Pinori, "il principale problema rimane quello dei costi: fatturiamo ma i margini non sono quelli che sarebbe legittimo aspettarsi".

Quello della sostenibilità ambientale (e non solo) è uno dei temi di questo "Pitti Filati", così come quello del lusso e dell'alta gamma di prodotto, frutto di ricerca e creatività del made in Italy. "C'è voglia di luce, dobbiamo dare emozione, la gente non compra per necessità", dice Alessandro Bastagli titolare di Lineapiù Italia. Così, Lineapiù Italia propone diverse novità con punti tridimensionali e filati particolari come il luccicante "Diamond", oppure il "Washi" viscosa abbinata alla carta tessile, o il Tulle, nastro di pizzo  che prende spunto anche dallo straordinario archivio di pizzi e ricami della "Sala dei rari" recentemente presentata.  Sull'andamento del mercato, Bastagli va un po' controcorrente: "Non vedo tutta questa positività. Noi siamo sostanzialmente stabilin e siamo contenti. Abbiamo fatto chili in più e qualche euro in meno". 

Tra i punti di interesse di questa Pitti Filati anche la presentazione della decima edizione di "Feel the Yarn - The X Contest".  La prima edizione risale a un ormai lontano 2010: l’idea era stabilire una collaborazione fra le imprese di CPF-Consorzio Promozione Filati e le scuole di moda internazionali con un concorso dal titolo “Feel the Yarn”. La collaborazione di Pitti Immagine e della Fondazione Pitti Immagine Discovery, che hanno sposato con convinzione il progetto, ha contribuito in maniera determinante al prestigio e al successo dell’iniziativa, che negli anni è cresciuta e si è arricchita di nuovi stimoli. Da quella prima edizione pionieristica con solo 5 scuole di 4 diversi paesi si è quindi giunti all’attuale, la decima, con 15 scuole di 11 paesi e il coinvolgimento di 27 imprese fra le più importanti del settore filati. L’impegno richiesto alle aziende è, come di consueto, quello di fornire ai giovani concorrenti non solo i materiali necessari a realizzare le loro creazioni ma anche la disponibilità ad accoglierli in azienda e a far loro da guida nel particolarissimo mondo dei filati per maglieria. In questo decennio sono stati 200 i giovani coinvolti in Feel the Yarn, molti dei quali rimasti in contatto con le imprese che li hanno accolti negli anni dei loro studi.

Tra le curiosità tecnologiche anche quella proposta da Tollegno 1900  con il "Virtual Yarn Project", un servizio che consente di simulare, per il cliente, la resa finale del punto, scelto dopo averne definito colore, tipologia di filato e lavorazione. Un modo per tagliare i costi e gli sprechi oltre ai tempi. 

Molto interessante il laboratorio tessile animato da richiedenti asilo, nello 'spazio tendenze' con la maglieria artigianale realizzata dai giovani stranieri di Manusa Knitlab. L'iniziativa è stata lanciata due anni fa dalla cooperativa Arké per offrire opportunità di inserimento lavorativo ai giovani richiedenti asilo e ad alcune persone con disabilità. "Il progetto - spiega Silvia Gentili, presidente della cooperativa Manusa - è partito da una constatazione: nel settore tessile stanno scomparendo quelle figure professionali tradizionali, altamente qualificate, come gli esperti di rifiniture nella maglieria, che fanno della manualità il loro punto di forza".