Mutui, passaggio da variabile a fisso: vantaggi e svantaggi e cosa prevede la nuova norma

Federconsumatori Toscana: “La novità non sembra così vantaggiosa, aspettiamo di leggere il testo di legge”

Mutuo

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Firenze, 28 dicembre 2022 - Con il rialzo dei tassi la rata di un mutuo a tasso variabile è aumentata mediamente di 180 euro dall'inizio del 2022. Una boccata di ossigeno potrebbe dunque arrivare dalla possibilità, che sarà introdotta con l'approvazione della manovra di bilancio, di passare da un mutuo a tasso variabile a quello a tasso fisso, anche se a determinate condizioni. Il testo delle legge non c'è ancora, ma quello che è emerso non convince Federconsumatori Toscana. “Aspettiamo di leggere la norma, come sarà strutturata – commenta Luca D'Onofrio, presidente dell'associazione dei consumatori – perché non mi pare al momento ci siano grandi vantaggi per chi ha un mutuo da pagare, visto che comunque i tassi di interesse sul fisso sono già aumentati considerevolmente ed è alle condizioni attuali che avverrà eventualmente il passaggio dal fisso al variabile”.

Inoltre, sottolinea D'Onofrio, strumenti che consentono di aiutare chi si trova in difficoltà con la rata del mutuo variabile, esistono già. “La surroga, gratuita, che consente di rinegoziare il mutuo con un'altra banca, ma anche la possibilità, attraverso il fondo Gasparrini, gestito da Consap, di sospendere, in particolari condizioni (quali lo stato di disoccupazione, la cassa integrazione, la perdita di fatturato per le partite Iva), la rata del mutuo. Oppure è possibile chiedere alla propria banca se ha attivato per i propri clienti delle misure per sospendere o ridurre temporaneamente la rata”. Ci sono poi mutui a tasso variabile con cap, cioè con un tetto massimo oltre il quale la rata non può andare. Infine, ma non ultimo, in un mutuo il costo non dipende solo dal tasso di interesse. “Ci sono altri fattori, come la polizza assicurativa, il costo dell'istruttoria e così via”. “Quindi, in attesa di leggere la relativa norma, il passaggio dal mutuo variabile al fisso va ben valutato. I tassi potrebbero tornare a scendere e la rata farsi più leggera, mentre tornando al fisso, stipulato alle condizioni attuali, dove i tassi non sono vantaggiosi, la rata resterà uguale, sì, ma anche abbastanza alta, anche se poi potrà eventualmente essere di nuovo rinegoziata”.

Cosa prevede l'emendamento alla legge di bilancio 2023 Dal 1 gennaio 2023 sarà più facile passare dal mutuo a tasso variabile a quello fisso. Con l'approvazione della manovra di bilancio diventerà un diritto per il mutuatario, con la banca che non potrà far altro che accettare la richiesta del proprio cliente. Già nel 2012 fu introdotta una legge simile, che di fatto è stata così ripristinata. Il passaggio, che è gratuito, è però consentito a determinate condizioni: si deve trattare di un mutuo ipotecario, per l'acquisto e la ristruttrazione di un immobile, l'Isee di chi sottoscrive il mutuo non deve superare i 35mila euro e il valore del mutuo deve essere di, al massimo, 200mila euro. Inoltre, chi ha sottoscritto il mutuo deve essere in regola con i pagamenti delle rate. Inoltre, potrebbe essere consentito il ritorno al fisso solo per chi ha un mutuo variabile che non prevede già la possibilità di ritornare al fisso dopo un certo periodo di tempo.

A quale tasso avverrebbe la rinegoziazione al fisso: la simulazione di Altroconsumo Il nuovo tasso – spiega Altroconsumo – sarebbe dato dalla somma dello spread 1,5% più il valore minore al momento della rinegoziazione tra irs 10 anni, oggi al 2,94%, e irs 20 anni, oggi al 2,68%. Quindi il tasso fisso di rinegoziazione sarebbe oggi di 4,18%. Altroconsumo fa l'esempio di un consumatore che ha un mutuo variabile stipulato nel 2019, con residuo di 150.000 euro e durata residua di 22 anni, il cui tasso è pari a euribor 1 mese più spread 1,5%. Il tasso oggi del variabile è di 3,3%, quindi la sua rata è di 799,92 euro. Con la rinegoziazione al fisso la sua rata diventerebbe 869,94 euro, quindi più alta, anche se fissa indipendentemente dalla crescita dell'Euribor. Se i tassi si riducessero potrebbe comunque fare una surroga o una nuova rinegoziazione.