Il Metaverso: nel mondo virtuale anche la Toscana fa affari veri

La vita nell'ambiente digitale ma anche estremamente reale: soldi veri per acquistare beni

Decentraland

Decentraland

Firenze, 1 aprile 2022 – Si possono acquistare terreni, interagire con sconosciuti e creare delle relazioni sociali, andare ai concerti, da quello di Justin Bieber a quello di Achille Lauro, acquistare accessori e abiti dei marchi più famosi. Un vero e proprio mondo, un nuovo mondo, nel quale alcune aziende toscane già lavorano, altre si stanno affacciando, come i grandi marchi della moda, a partire da Gucci. Abbiamo chiesto ad Alessandro Sordi, co-fondatore e amministratore delegato di Nana Bianca, esperto di tecnologia e innovazione, di spiegarci cos'è il Metaverso, che, insieme alla blockchain e alle criptomonete, rappresentano i tre livelli di questo mondo nuovo che si sta costruendo.

Cos'è il Metaverso

E' l'applicazione più avanzata delle tecnologie di rete, dove è possibile interagire in uno spazio virtuale tramite il proprio avatar ed effettuare transazioni economiche. «Proprio quest'ultima – spiega l'ad di Nana Bianca – è la grande differenza rispetto al passato. Già 10 anni fa esisteva un mondo virtuale simile, Second Life, ma era basato sul web 2.0: era possibile interagire, ma non c'era un'economia reale in quel mondo, le transazioni avvenivano fuori di lì. Le tecnologie di decentralizzazione finanziaria create dalla blockchain e dalle criptovalute hanno invece permesso di utilizzare e fruire di questi spazi virtuali dal punto di vista economico».

Come entrare nel Metaverso

Oggi ci sono dei progetti mondiali più o meno di successo, come Decentraland o Sandbox, dove si può entrare, gratuitamente, creare il proprio avatar ed esplorare quello che c'è nel mondo parallelo: terreni, strade, case, fiumi, cinema, gallerie d'arte. Si possono fare acquisti, anche una borsa di Gucci, che indosserà il nostro avatar. «La borsa – specifica Sordi – non è semplicemente un disegnino, ma è un oggetto veramente tuo, garantito dalla tecnologia di blockchain, da un concetto di Nft, cioè non fungible token. Si tratta di un contratto, che si chiama smart contract, che assegna la proprietà di quell'oggetto digitale a quella specifica persona e dunque è una reale transazione economica con cui si acquista un oggetto realmente di proprietà, anche se digitale».

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Le imprese toscane nel Metaverso

«Ci sono sicuramente aziende in Toscana che lavorano sulle tecnologie di blockchain, io ne conosco un paio, poi – afferma il co-fondatore di Nana Bianca – ci sono quelle che lavorano sulle criptomonete, ma non si sa chi siano, perché è un mondo non regolamentato e quindi 'non esiste'. Nel Metaverso, che è la parte più appariscente di questo web 3 di cui si parla, sicuramente stanno lavorando i grandi brand della moda, come Gucci, poi anche delle startup».

Il caso Uffizi

Anche artisti e musei si stanno affacciando nel Metaverso. Basti pensare ad esempio agli Uffizi, che hanno venduto l'nft del Tondo Doni per 140mila euro. L'nft è autenticato da un certificato firmato da Eike Schmidt, il direttore del museo. Altre opere sono state digitalizzate, in collaborazione con l'azienda Cinello, con l'obiettivo anche di recuperare con i proventi le perdite causate dal lockdown.

Il Metaverso sarà il futuro?

«Al momento siamo in una fase di sperimentazione – risponde Sordi – ma ci sono capitali che in questo nuovo mondo ci stanno mettendo gli occhi e la testa e poiché, in generale, si va verso una decentralizzazione, e siccome molti capitali stanno confluendo nel Metaverso, è immaginabile che ci saranno sviluppi importanti». Con il Metaverso, aggiunge, «si stanno rivoluzionando tutti i rapporti tra aziende e consumatori e consumatori e consumatori perché si va verso una disintermediazione importante: oggi si va in un negozio, si acquista con la carta credito, garantita dalla Visa, per esempio. Dalla propria banca la moneta arriva alla banca del commerciante e tutti questi passaggi riconoscono che c'è una trasmissione di valore. Dentro il Metaverso tutto questo è distrutto. Arrivo nel mondo virtuale, compro una borsa, pago con criptomoneta, la transazione avviene one-to-one, il riconoscimento del valore è certo e sicuro e la cosa finisce lì». Che sia questo il futuro, difficile prevederlo, ma non è un fenomeno che può essere liquidato definendolo, come fanno molti, “un giochino”.