Toscana, l'inflazione 'brucia' 5,8 miliardi di risparmi delle famiglie

Firenze nella top ten della classifica delle province italiane che registrano una perdita di potere d'acquisto più alta. Ecco le stime della Cgia di Mestre

Risparmi (Fotowebgio)

Risparmi (Fotowebgio)

Firenze, 10 ottobre 2022 – L'inflazione all'8 per cento si mangia i risparmi delle famiglie: una stangata da 92 miliardi di euro in Italia, 5,8 miliardi in Toscana. E' quanto emerge dai conti elaborati dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre, che parte dall’ipotesi che le famiglie abbiano mantenuto nel proprio istituto di credito gli stessi risparmi che avevano a inizio anno. Così, a causa della crescita dell’inflazione, la dimensione economica reale del deposito bancario ha subito una drastica decurtazione. A pagare il conto più salato sono le famiglie residenti nelle grandi città, dove il caro vita si fa sentire maggiormente.

Firenze è nella top ten delle province italiane che hanno registrato una perdita di potere d'acquisto più alta: 1,7 i miliardi di euro erosi, dopo Roma, prima con 7,4 miliardi, Milano, Torino, Napoli, Brescia, Bologna e Bergamo. In provincia di Pisa la perdita stimata è di 650 milioni, a Lucca 631 milioni, Arezzo 523 milioni, Livorno 463 milioni, Siena 458 milioni, Pistoia 425 milioni, Prato 367 milioni, Grosseto 301 e Massa Carrara 270, per un totale che sfiora dunque i 6 miliardi di euro 'bruciati'.

“Una piccolissima parte di questa perdita di potere di acquisto – fa notare la Cgia di Mestre – sicuramente verrà compensata dall’aumento degli interessi sui depositi. A seguito dell’incremento dei tassi decisi in questi ultimi mesi dalla Bce, infatti, le banche, nella seconda parte dell’anno, stanno riconoscendo ai propri correntisti degli interessi positivi. Tuttavia, il conto da pagare è pesantissimo e colpisce maggiormente le famiglie meno abbienti”.

Il pericolo stagflazione 

Il rischio che l'economia stia scivolando verso la stagflazione è molto elevato. “Con le difficoltà legate alla pandemia, agli effetti della guerra in Ucraina, all’aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici – spiega la Cgia - rischiamo, nel medio periodo, di veder scivolare la crescita economica verso lo zero, con una inflazione che, invece, potrebbe superare tranquillamente le due cifre”. La soluzione? “Tagliare la spesa e le tasse”, anche se si tratta di “un'operazione estremamente complessa”.