"Export e alta qualità: pronti al cambiamento Ma dobbiamo attrarre maggiori investimenti"

La presidente dell’Unione Industriale Pisana, Pacini, tratteggia le criticità dell’anno della pandemia. Il presente è in chiaroscuro "La crisi globale porterà a enormi modifiche sociali ed economiche. Più valore alle donne, fino a oggi fortemente penalizzate"

L’industria pisana guarda avanti ed è pronta a respirare l’aria della ripartenza, con la stessa grinta grazie alla quale ha resistito e superato questo difficile anno. "La nostra provincia – commenta Patrizia Alma Pacini, presidente dell’Unione Industriale Pisana –, sin dalle prime riaperture avvenute un anno fa, ha avuto una buona ripartenza in quasi tutti i settori, chiudendo comunque il 2020 con un calo della produzione del 12% rispetto al 2019".

"Incidono purtroppo ancora negativamente – spiega – i settori legati a moda, pelletteria, concia e calzature, mentre molte attività del tessile si sono riconvertite per realizzare dispositivi di protezione anticovid-19, come mascherine e vestiario per operatori sanitari, riuscendo perfino ad aumentare la propria produzione rispetto agli anni precedenti".

"La ripartenza delle attività – aggiunge la presidente Pacini – è dovuta principalmente agli ordinativi esteri, a riprova dell’importanza dell’internazionalizzazione delle nostre aziende". I dati positivi e l’entusiasmo ci sono, così anche tanta forza di volontà; le aziende però hanno anche molte aspettative: "Si riscontra carenza di una politica industriale di medio e lungo termine che sia coerente e congruente con quello che è il mercato delle piccole e medie imprese italiane e del nostro territorio. Importante adesso riuscire a essere come sempre attrattivi rispetto agli investitori italiani e stranieri. Poiché questa pandemia sicuramente porterà forti cambiamenti sociali e spostamenti di mercato, già da ora dovranno essere sostenute tutte le aziende che si troveranno ad affrontare e gestire questi cambiamenti".

"A livello sociale – spiega ancora – abbiamo visto quanto negativamente abbia inciso la pandemia nell’occupazione femminile. Molti studi hanno evidenziato il problema della gestione familiare ricaduta pesantemente sulle spalle delle donne. Come Unione Industriale Pisana – conclude la presidente degli Industriali, Pacini –, per diminuire questa differenza, crediamo nella creazione di strutture educative per l’infanzia legate alle attività produttive, così da creare un ponte tra famiglia e lavoro".