Lavoro, dopo la pandemia crescono le dimissioni volontarie

Sempre di più sono i lavoratori pronti a lasciare la propria occupazione appena ne trovano un'altra migliore.

Crisi nel mondo del lavoro (archivio)

Crisi nel mondo del lavoro (archivio)

Roma, 20 aprile 2022 – Cresce il numero delle dimissioni volontarie da lavoro. A dirlo è un'indagine effettuata da AppLavoro.it, che ha analizzato i dati dei suoi iscritti negli ultimi sei mesi, scoprendo che sempre di più sono le persone che, anche se occupate, cercano un nuovo lavoro.

“Negli ultimi mesi – spiega Marco Contemi, imprenditore e fondatore di AppLavoro.it – abbiamo registrato un aumento della percentuale di utenti che si iscrivono dichiarando di avere attualmente un’occupazione. Il fenomeno nato negli Stati Uniti ha trovato terreno fertile anche nel nostro paese, dove le condizioni lavorative e lo stipendio non sono spesso congrui. E se prima si accettava di cedere sulla soddisfazione personale a favore del lavoro, oggi questo sembra non succedere più”.

Dall’analisi dei dati emerge come siano sopratutto le donne (65 per cento) che, seppur occupate, sono alla ricerca di un nuovo lavoro. Per quanto riguarda l'età, il 58 per cento ha dai 35 ai 54 anni. Impiegati e commessi risultano i più insoddisfatti del loro lavoro.

Le cause del fenomeno Secondo AppLavoro.it, la ripresa del mercato del lavoro dopo il periodo di pausa dovuta alla pandemia ha riacceso il fenomeno delle dimissioni volontarie. “Diverse persone che sono rimaste ferme o in smart working durante l’emergenza hanno posticipato l’addio dal lavoro per ricercarne un altro migliore ed ecco che nel momento in cui c’è stata la ripresa hanno messo in atto i loro obiettivi e si è registrato un aumento del fenomeno”. Tra i motivi che sta spingendo le persone a dimettersi c’è anche la ricerca di condizioni lavorative migliori. “Se prima c’era una forte cultura al sacrificio, ora sempre più persone – dice AppLavoro.it – pretendono condizioni lavorative migliori arrivando anche a preferire di restare momentaneamente disoccupati. In tal senso anche il maggiore equilibrio tra vita privata e lavorativa sta spingendo le persone ad abbandonare il proprio lavoro”. Infine, chiusa la fase dello smart working, “il ritorno al regime ordinario può aver creato uno stress tale alle persone da preferire l’abbandono del lavoro alla ricerca di occupazioni più in linea con le proprie esigenze”.