Berlino vara lo scudo da 200 miliardi. Alt di Draghi e Meloni: la Ue sia unita

Mario e Giorgia sulla stessa linea: "Questa crisi richiede una risposta europea, non si può andare da soli"

Roma, 30 settembre 2022 - Da un lato lo scudo tedesco contro il caro-energia, per proteggere imprese e famiglie tedesche con un investimento di 200 miliardi. Dall’altro lato ben 15 Stati membri, tra cui Italia, Francia, Polonia, Spagna e Portogallo, che sollecitano un price cap generalizzato sul gas, indicandolo come una "priorità". In mezzo c’è la Commissione Ue, che propone un tetto al prezzo del gas russo ma non agli altri fornitori, per non mettere i bastoni fra le ruote agli approvvigionamenti invernali. La proposta sarà sul tavolo del Consiglio Ue sull’energia straordinario di oggi, il terzo da luglio, che si preannuncia teso.

La mappa dei prezzi
La mappa dei prezzi

Ma la fuga in avanti del canelliere tedesco Olaf Scholz, che ha deciso di arrangiarsi da solo, non facilita la trattativa. Per questo nel pomeriggio di ieri è arrivata la reazione del presidente del Consiglio Mario Draghi, che chiede a Bruxelles un intervento deciso e unitario. "La crisi energetica richiede da parte dell’Europa una risposta che permetta di ridurre i costi per famiglie e imprese, di limitare i guadagni eccezionali fatti da produttori e importatori, di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno e di tenere ancora una volta unita l’Europa di fronte all’emergenza. Davanti alle minacce comuni dei nostri tempi, non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali. Nei prossimi Consigli Europei dobbiamo mostrarci compatti, determinati, solidali - proprio come lo siamo stati nel sostenere l’Ucraina", scrive Draghi in una nota, senza citare direttamente la Germania, ma con un chiaro riferimento alle differenze fra i "bilanci nazionali". Il meccanismo ideato da Berlino, infatti, prevede di continuare ad acquistare il gas al prezzo di mercato, riducendo i costi dei tedeschi con un’iniezione di 200 miliardi.

Non tutti, però, possono permettersi interventi del genere, in particolare non i Paesi altamente indebitati come l’Italia, né i Paesi più poveri come quelli dell’Est. Sulla stessa linea di Draghi si muove Giorgia Meloni, che ieri sera si è pronunciata sul tema: "Di fronte alla sfida epocale della crisi energetica serve una risposta immediata a livello europeo a tutela di imprese e famiglie. Nessuno Stato membro può offrire soluzioni efficaci e a lungo termine da solo", sottolinea la premier in pectore. Tedeschi e olandesi, però, sono nettamente contrari a un price cap generalizzato, perché temono una fuga dei fornitori proprio all’arrivo dell’inverno.

Per questo la Commissione propone solo un tetto al prezzo del gas russo e a quello usato per produrre elettricità, contribuendo a far scendere le bollette elettriche, come in Spagna e Portogallo. Con i fornitori di gas ritenuti affidabili, la Commissione propone invece che l’Ue si impegni a raggiungere rapidamente un’intesa comune per ridurre i prezzi, salvaguardando al contempo la sicurezza dell’approvvigionamento e sviluppando partenariati energetici stabili a lungo termine. Inoltre propone di elaborare un nuovo valore di riferimento per il gas naturale liquefatto (Gnl), basato sulle transazioni anziché sul Ttf, il valore attualmente preso come riferimento per stabilire il prezzo del gas in Europa, che ha di base la Borsa di Amsterdam. Non a caso, sull’onda della proposta europea e della mossa tedesca, proprio questo valore ieri è sceso del 9,4%, chiudendo a 187,7 euro a megawattora.