Firenze, 14 dicembre 2022 – Quello della Città metropolitana di Firenze “è un bilancio di guerra che risente anche della crisi energetica e degli aumenti dei costi energetici, che risente della depressione economica” anche se tutto questo “non comporterà aumento di imposte o di tributi a carico di cittadini o delle imprese della Città metropolitana però comporterà sicuramente una riduzione dei servizi da parte dell'ente metropolitano sul territorio". A dirlo il sindaco della Città metropolitana di Firenze Dario Nardella a proposito del bilancio di previsione 2023-2025, approvato stamani nel Consiglio metropolitano. Un bilancio che, per il 2023, vede entrate in diminuzione per 14,1 milioni di euro rispetto al 2022, con un calo dell'8,99%, a causa dei problemi legati al fatto che sono ferme le imposte relative al mercato dell'auto (e all'imposta Ipt, l'imposta provinciale di trascrizione che è dovuta alla Province).
In riferimento al triennio sono previste entrate in conto capitale per 110,3 milioni nel 2023, per 42,3 milioni nel 2024 e per 28,1 milioni nel 2025 per complessivi quindi 180,7 mln. Nel triennio 2023-2025, sono state previste spese di investimento (includendo entrate extra, come i fondi del Pnrr) per 207,8 milioni nel 2023, per 46,1 milioni nel 2024 e per 29,6 milioni nel 2025 per complessivi 283,5 milioni. La Città metropolitana ha scelto di mantenere le stesse aliquote dei tributi. Nello specifico, per il 2023, sulle entrate tributarie si è verificato un -2,14%, sulle entrate da contributi e trasferimenti del -24,06% e sulle entrate extratributarie un -11,16%. La spesa corrente nel bilancio 2023 registra un dato iniziale di 140,7 milioni con una diminuzione dell'8,05% rispetto al dato 2022, pari a 153 milioni. La spesa del personale ammonta a 20 milioni. Una delle maggiori voci di spesa corrente è legata al caro energia che pesa per 11 milioni l'anno, quasi il doppio rispetto a quanto sostenuto nel bilancio precedente (6 mln). Il margine di parte corrente di ciascun esercizio è stato imputato al finanziamento di investimenti relativi al medesimo esercizio, senza imputazione agli esercizi successivi ed ammonta a 3 milioni nel 2023, a 2,3 milioni nel 2024 ed a 1,5 milioni nel 2025.
Niccolò Gramigni