Sanità pubblica, nodo in Toscana. Ecco il piano per smaltire le 500 mila visite accumulate

La Regione dovrà presentare al ministero un piano per le liste d'attesa. Tra le prestazioni con maggior attesa ci sono ecografie, holter e spirometria

Firenze, 14 febbraio 2022 - La situazione è tutt’altro che brillante. Le liste d’attesa continuano a essere un male che affligge la sanità pubblica toscana e che sfianca i cittadini bisognosi di risposte. La situazione più critica, nella nostra regione, si è raggiunta a dicembre, poi, in base al monitoraggio che la Regione effettua analizzando i risultati azienda per azienda, si apprezza un miglioramento. Ma la Toscana deve smaltire 500mila visite specialistiche ed esami diagnostici accumulati nei mesi più duri della pandemia. Mentre sono oltre 37mila gli interventi chirurgici da affettuare per tornare in pari o quasi.

Il governo ha vincolato una parte del fondo sanitario nazionale pproprio all’abbattimento delle liste d’attesa. Alla Toscana toccano 31 milioni e mezzo: entro il 24 febbraio si dovrà presentare al ministero della Salute il piano strategico di rientro delle attese nei tempi previsti dalla legge nazionale e da quella regionale (che ha parametri più stringenti). Il piano prevede, come da richiesta, lo smaltimento di visite, esami e interventi rimasti indietro per l’emergenza Covid. Prima, il 21 febraio, il piano dovrà essere approvato dalla giunta.

"Stiamo ultimando il lavoro, un progetto che sarà condiviso con tutte le aziende sanitarie e ospedaliero universitarie – spiega l’assessore regionale alla salute Simone Bezzini – Per recuperare le prestazioni che sono rimaste in arretrato, utilizzeremo lo strumento della produttività aggiuntiva, ovvero il personale sanitario lavorerà anche oltre l’orario previsto pagato con un superstraordinario. E inoltre per le visite, e soprattutto per la diagnostica, coinvolgeremo il privato accreditato".

Bezzini guarda avanti. "Il miglioramento della situazione nel mese di gennaio evidenzia che a fine anno emerge una crisi dettata dall’esaurimento dei budget a disposizione da parte delle aziende", dice l’assessore. Quest’anno, poi, la stretta al budget è stata ancora più forte, dettata dalla necessità di rientro dal rosso profondo causato dalle spese per l’emergenza Covid.

Ma vediamo, nel dettaglio, quali sono le maggiori criticità in tutta la regione: visita cardiologica, ecografia ostetrica, elettrocardiogramma dinamico (holter), test da sforzo, elettromiografia spirometria soffrono ovunque, in alcune aziende, in particolare, la risposta è molto tardiva. Non va benissimo neppure a chi ha bisogno di farsi visitare dall’allergologo, dal chirurgo vascolare, dal dermatologo. Poi in crisi ci sono endocrinologia, ginecologia, reumatologia. Per gli esami, da migliorare i tempi per Tac e risonanza addome, colonscopia.

Ma il problema più grosso, prima ancora dei tempi di attesa, è l’accesso ai servizi. Purtroppo resta alto il numero di persone che rimbalzano prima ancora di essere riusciti a prendere un appuntamento. Solo il 62,1% di chi ha in mano una richiesta per visita specialistica, nella seconda metà di gennaio, è riuscito ad ottenere un appuntamento, percentuale che scende al 60,2% per gli accertamenti diagnostici. E per affrontare e risolvere questo problema servirà un intervento ulteriore sui centri di prenotazione e sulle modalità.