Un grande" Bilancino-bis" salverà la Toscana del sud dalla sete

L’idea è quella di creare un invaso anche fra le province di Grosseto e Siena. Sarà finanziato con i fondi del Pnrr: tema già affrontato nel vertice in Regione

L’invaso di Bilancino. Allo studio ce n’è uno simile per la zona della Toscana sud

L’invaso di Bilancino. Allo studio ce n’è uno simile per la zona della Toscana sud

Grosseto, 11 luglio 2022 - Un invaso esistente ma da ampliare, due sui quali il discorso è avviato da anni e che adesso pare approdato nella fase più operativa e un altro già progettato per il quale la Regione vuole stringere i tempi. La lotta alla siccità potrebbe insomma trovare alleati in questi progetti che, a loro volta, possono contare in principal modo sui finanziamenti del Pnrr e sulla "rifinitura" (benché consistente) che uscirebbe dalle casse della Regione Toscana.

L’invaso in parte esistente che potrebbe essere ampliato è quello di San Pietro in Campo, in provincia di Siena, che una volta trovati i 20 milioni di euro necessari al completamento e al suo ingresso in servizio potrebbe garantire circa 50 milioni di metri cubi di acqua, ma oltre a questo la Regione sta pensando anche ad un altro intervento per la realizzazione di una rete idraulica (pensata soprattutto per scopi irrigui) che parte dal bacino di Montedoglio, in provincia di Arezzo, attraversa quella di Siena e arriva fino in Maremma: in questo caso di parla di un accumulo d’acqua decisivo per tutta la Toscana meridionale, da oltre 100 milioni di metri cubi. Costo chiavi in mano, 60 milioni di euro.

Altra questione, questa tutta grossetana, riguarda due interventi (ma il progetto è unico) sul Lanzo e sul Gretano. In questo caso gli invasi garantirebbero circa 12 milioni di litri di acqua e l’intervento costa circa 7 milioni di euro.

"Lo sblocco dei finanziamenti da parte della Regione dei due invasi sul Lanzo e sul Gretano e di quello sull’ex Canale Diversivo a Cernaia – dice Andrea Ulmi, consigliere grossetano regionale della Lega – rappresenta una buona notizia, ma adesso occorrono procedure urgenti, perché la Maremma non può aspettare troppo oltre"

E accanto a questi progetti Ulmi ne suggerisce alrti. "In Toscana – dice – ci sono diverse cave da poter sfruttare. A Pietratonda, ad esempio, la ex cava si è già trasformata in un bacino imbrifero, tanto che è diventata una risorsa di fronte agli incendi. ma penso anche alla ex cava della Bartolina, il cui progetto di ripristino prevede la creazione di un bacino di 6,5 milioni di metri cubi, che potrebbe essere decisivo per le irrigazioni di tutta la piana che si divide tra i comuni di Roccastrada, Gavorrano, Grosseto e Castiglione".