Siccità. Quel bacino dimenticato da 36 anni: sarà il Bilancino della Val d’Orcia

Torna attuale il progetto dell’invaso tra Pienza e Radicofani a suo tempo cancellato dalle critiche degli ambientalisti

Firenze, 16 luglio 2022 -  Torna d’attualità l’invaso di San Piero in Campo, tra Pienza e Radicofani (Si), in Val d’Orcia. E intanto la Regione punta a semplificare le procedure per realizzare laghi e laghetti. La siccità ha riportato l’attenzione sul grande invaso ideato negli anni ’70 per contenere 10 milioni di metri cubi d’acqua e che ora potrebbe essere esteso fino a 50 milioni. Il progetto venne bloccato nel 1986 dagli ambientalisti per il timore di alterazioni al microclima. Ma oggi che la siccità ‘morde’ e che Bilancino (69 milioni mc) si dimostra cruciale per Firenze, su quel ‘no’ ci sono forti ripensamenti.

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Progettato tra il 1970 e il 1976, l’invaso doveva essere a servizio dell’agricoltura. Oggi, dopo 36 anni, sotto la competenza del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud, potrebbe andare a regime: ci sono ancora le armature in cemento, per completarlo basterebbe fare lo sbarramento a valle. Decisivo potrebbe essere il percorso di semplificazione voluto dalla Regione. Ieri la cabina di regia sulla siccità si è riunita a Palazzo Strozzi Sacrati, con il presidente Eugenio Giani e l’assessora all’ambiente Monia Monni. Oltre ai rappresentati dei settori regionali coinvolti, Ait, Anbi Toscana e Eaut, sono stati invitati Confagricoltura, Coldiretti, Cia e il Cispel.

«Vogliamo arrivare quanto prima a un quadro dei danni – ha detto Giani – per inoltrare al governo la richiesta di emergenza nazionale. E intendiamo sburocratizzare il sistema di leggi e regolamenti per consentire al pubblico e al privato di realizzare opere preziose". "Sui progetti – ha aggiunto Monni – vogliamo impostare un lavoro di accompagnamento perché siano valutabili in tempi più rapidi. Sui nuovi invasi, il presidente ha dato mandato di capire quali possano essere i 4 o 5 realizzabili in tempi brevi".

S. B.