Mutui, meglio tornare al fisso. Nel 2023 stime al rialzo per i tassi

I consigli dell'esperta di Altroconsumo: “Ecco cosa fare se si ha un mutuo a tasso variabile”

Interessi sui mutui

Interessi sui mutui

Roma, 3 marzo 2022 - Ancora non è certo se i tassi aumenteranno. La Bce non ha intenzione di aumentarli nel breve termine, ma l'inflazione e le tensioni sui mercati dovuti alla guerra potrebbero portare nel 2023 ad un rialzo delle rate dei mutui. Queste dipendono infatti dal tasso di mercato, l'Euribor per i mutui variabili, e l'Irs per i mutui a tasso fisso, ma anche dallo spread, in sostanza la percentuale che va alla banca, che è a rischio aumento, spinta dall'aumento generalizzato dei prezzi. Per questo Anna Vizzari, economista dell'ufficio studi di Altroconsumo, consiglia a chi vuole acquistare casa con un mutuo di farlo il più presto possibile perché i tassi sono ancora appetibili, anche quelli dei mutui a tasso fisso. Inoltre, fino al 31 dicembre 2022 i giovani under 36 possono usufruire delle agevolazioni fiscali. Nel 2023, invece, la situazione probabilmente cambierà e accendere un mutuo potrebbe non essere più così conveniente.

Chi invece un mutuo lo sta pagando già, cosa deve fare per non rischiare di ritrovarsi, tra qualche mese, con una rata più alta? “Ovviamente – risponde l'esperta – sui mutui a tasso fisso già in essere, l'eventuale rincaro dei tassi non inciderà sulla rata. Lo farà invece su quelli a tasso variabile. Il consiglio, in questo caso, è di fare rapidamente una surroga e scegliere un mutuo a tasso fisso”. Al momento i tassi sono ancora molto competitivi e dunque se si riesce a chiudere tutto velocemente, è possibile ottenere un tasso di interesse basso e fisso per tutta la durata del piano di ammortamento.

La surroga permette di cambiare tutto del mutuo, rivolgendosi a un'altra banca. E' possibile perciò trasferire il debito in un altro istituto di credito, variando tipologia, tasso e durata del finanziamento. “Bisogna comunque sempre confrontare le offerte di surroga – consiglia l'economista – e ricordare che cambiare conviene se siamo all'inizio del mutuo. Se abbiamo pagato oltre metà delle rate, l'aumento dei tassi andrà ad incidere pochissimo sulla rata, anche se il nostro mutuo è variabile, in quanto i piani di ammortamento sono alla francese, con la quota capitale che cresce nel tempo, mentre diminuiscono gli interessi”.

Oltre alla surroga, chi ha un mutuo a tasso variabile può valutare anche di rinegoziare il contratto con la propria banca, passando ad un mutuo a tasso fisso. Questa è un'operazione che non è un obbligo per l'istituto di credito, ma generalmente è più possibile ottenerla dopo aver richiesto un'offerta di surroga da un'altra banca. Sia nel caso della surroga che in quello della rinegoziazione, non ci sono spese extra. Anche le spese del notaio necessario per la surroga sono infatti a carico della nuova banca. 

Quando conviene la surroga Altroconsumo ha messo a punto una specie di formula con la quale è possibile capire se la surroga conviene. Si parte dalla rata mensile della surroga che ci è stata proposta dall'istituto di credito, che va moltiplicata per la durata della surroga. Il risultato, che chiamiamo Y, va segnato e tenuto a portata di mano. Quindi, si prende l'attuale rata e si fanno delle simulazioni di crescita dell'1%, del 2% o del 3%. Moltiplichiamo quindi l'ipotetica nuova rata, ottenuta dalla simulazione, per il numero di rate ancora da pagare alla banca: il risultato (che chiamiamo X) indica l'esborso futuro per il pagamento delle rate. Per valutare se è conveniente fare una surroga, a questo punto possiamo sottrarre il valore X a Y. Se la differenza è positiva ed è superiore a 2.000 euro, allora conviene procedere. Se, invece, la differenza è negativa o se è comunque inferiore a 2.000 euro, allora la surroga non è conveniente. Con la stessa procedura è possibile valutare la convenienza della rinegoziazione.