Mostro di Firenze, nuova pista in Maremma. Spunta dal passato una calibro 22

Custodita in un casolare di Manciano. La denuncia del figlio di una nobildonna fiorentina fa scattare l’allarme

La piazzola degli Scopeti dove il mostro uccise due ragazzi francesi nel 1985

La piazzola degli Scopeti dove il mostro uccise due ragazzi francesi nel 1985

Firenze, 13 giugno 2022 - La canna lunga e usurata di una semiautomatica rimasta per anni in un cassetto di un bell’appartamento nel centro di Firenze e una Beretta calibro 22, custodita in un casolare della Maremma, per questo sempre sfuggita ai controlli. Il pensiero va subito all’arma - mai ritrovata - che ha firmato otto duplici omicidi tra il 1968 e il 1985: la pistola del mostro di Firenze.

Forse sarà la solita suggestione, ma la procura non può lasciare nulla di intentato. Così l’aggiunto Luca Turco ha ordinato di fare tutti i controlli balistici sulla pistola e su quella canna. La Beretta è una "48", prodotta negli anni ’50, indicata nell’ultima perizia del consulente Paride Minervini come uno dei potenziali modelli che, per i segni impressi sui bossoli repertati dopo gli omicidi, potrebbe essere quello del killer. La stranezza che ha fatto sobbalzare gli inquirenti è che la canna era custodita a decine di chilometri di distanza dalla “sua“ pistola, denunciata in quel di Manciano. Arma che non risulta essere mai stata controllata negli anni caldi dei delitti. Eppure, il loro proprietario aveva un profilo quanto meno meritevole d’attenzione: nato nel 1927 a Perugia, professione capitano medico dell’esercito.

L’intuizione è del commissario Andrea Giannini, per anni membro del team costituito in procura per indagare nell’ultimo filone, quello che ha visto archiviare la posizione dell’ex legionario di Prato, Giampiero Vigilanti, e del medico Francesco Caccamo. Al commissariato di San Giovanni, dove presta ora servizio Giannini, si è presentato il figlio di una nobildonna fiorentina, che dopo la scomparsa della madre, ha ripulito la sua casa. Qui, dove fino alla sua scomparsa aveva abitato anche il padre, ha ritrovato la canna della Beretta. E’ stata fatta una verifica ed è stato scoperto che il capitano medico risultava intestatario della "48" custodita al casale di Manciano e pure di un’altra calibro 22, spuntata anch’essa dalla casa fiorentina assieme a munizioni "Fiocchi". E’ una "102", modello che Beretta destinò al mercato Usa, acquistata dal defunto nel 1970 e mai ufficialmente trasferita da un precedente domicilio in provincia di Siena. Le armi saranno fatte sparare. E i bossoli comparati con quelli dei sedici omicidi.