Empoli, 20 aprile 2022 - Due relazioni diverse per due posizioni agli antipodi che si traducono in conclusioni del tutto differenti. Lo scandalo dei fanghi tossici provenienti dalle concerie di Santa Croce e disseminati in mezza Toscana avvelena e spacca anche la politica regionale. A mettere la parola fine ai lavori della Commissione d’inchiesta regionale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata sono due relazioni differenti, in tutto (o quasi). A cominciare dalla copertina: è bianca con il logo della Regione quella presentata dalla maggioranza (Pd e Italia Viva) e nera color keu quella redatta dalle opposizioni (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Movimento 5 stelle). I documenti (due fardelli da 184 e 239 pagine ciascuno) racchiudono mesi di audizioni, analisi tecniche e riflessioni politiche. Tutti temi che oggi verranno affrontati durante la discussione in consiglio regionale.
Uno degli snodi principali è il famoso emendamento che, secondo l’accusa, avrebbe favorito le concerie di Santa Croce coinvolte nell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni della ’ndrangheta in Toscana. "Si ritiene che l’iter di presentazione e di approvazione dell’emendamento sia risultato rispettoso delle procedure regolamentari vigenti ", si legge nella relazione della maggioranza dove a un certo punto il keu viene ribattezzato ’kew’. Sempre nelle conclusioni finali c’è scritto: "Nel corso dei lavori la Commissione ha potuto più volte constatare come l’emendamento in questione non abbia trovato attuazione, e che la mancata attuazione delle stesso è stata oggetto anche di ricorsi al Tar rispetto ai quali la Regione ha resistito". Insomma, per la maggioranza, dai lavori della commissione "si è evidenziato un corretto operato da parte degli uffici della Regione competenti in materia di autorizzazioni ambientali nonché da parte di Arpat nell’esercizio delle funzioni di controllo". Dubbi e interrogativi emergono invece nel documento finale presentato dalle opposizioni. "Questo emendamento era un modo per risolvere un problema o per compiacersi una lobby?", si chiedono le forze di minoranza.
«Nella sua audizione l’ex governatore Enrico Rossi – spiega la presidente della commissione, Elena Meini (Lega) – riferisce per la prima volta che l’incontro con Pieroni sulle scale, nel quale gli disse che l’emendamento era una ’cazz...’, avviene nell’ottobre del 2019, e non qualche giorno prima della presentazione dell’emendamento che poi verrà proposto in consiglio nel giugno 2020. Dunque, è trascorso un arco temporale importante. E come mai Pieroni in questo periodo non si è confrontato con nessun altro?".
Per l’opposizione merita poi approfondire quanto accadde dopo l’approvazione e l’entrata in vigore dell’emendamento pro conciatori: "Tanta era l’attesa di tale norma (in sé legittima) da parte sia del sistema conciario sia del sistema dello smaltimento dei reflui che a cavallo dell’estate 2020 furono richieste ben 3 autorizzazioni, tutte negate – si legge in un passaggio della relazione –. A seguito dei rifiuti formalizzati dagli uffici regionali, le aziende coinvolte hanno ricorso al Tar, di fronte al quale la Regione si è costituita in uno dei procedimenti". E in quell’occasione, si legge ancora nella relazione "la stessa Regione Toscana – messa di fronte ai giudici toscani, per difendere l’operato dei propri uffici rimasti coerenti con quanto già sostenuto nel 2018 – ha bollato come un “chiaro e maldestro” tentativo lobbistico tale emendamento". Ma oltre alle responsabilità politiche, le opposizioni chiedono chiarezza per la salute dei cittadini. "Ancora non esiste un piano certo per mettere in sicurezza la 429 e tante domande restano ancora senza risposta – conclude Meini – Una su tutte: dal 2010 al 2019 sono state prodotte oltre 67mila tonnellate di keu. Circa dodicimila sono state trovate nei 12 siti finiti sotto inchiesta. Tutte le altre dove sono?".