Il contagio a scuola frena la discesa della curva. In 24 ore 4mila casi tra i 5 e 19 anni

Regole per quarantene cervellotiche e inefficaci. Alle primarie il boom di nuovi positivi fa riprendere la catena di trasmissione del virus

Covid e scuola, la sanificazione dei banchi (foto d'archivio Germogli)

Covid e scuola, la sanificazione dei banchi (foto d'archivio Germogli)

Firenze, 19 gennaio 2022 - Il contagio a scuola frena la decrescita della curva epidemica che in toscana aveva già superato il picco. Tra i bambini il contagio sta crescendo esponenzialmente, tra i ragazzi è pressoché costante, mentre – al momento – diminuisce in tutte le altre fasce di età. Anche se in famiglia, soprattutto dove ci sono i bambini piccoli, è difficile che i genitori non vengano coinvolti nella trasmissione.  

In 24 ore sono stati 3.766 i nuovi positivi tra i 5 e i 19 anni rilevati dai tamponi arrivati al record assoluto da inizio pandemia di 93.572 effettuati in un solo giorno, di cui 73.558 antigenici rapidi. Particolarmente coinvolti nella catena di trasmissione dell’infezione i bambini in età scolare meno vaccinati, quelli tra i 5 e gli 11 anni, che rappresentano il 6% della popolazione toscana: ieri in quella fascia sono stati 1.940 i nuovi casi positivi, il 13,1% del totale. Andando a ritroso nel tempo è evidente quanto la componente indotto scuola (trasporti, frequentazioni, attività varie, forse più che la presenza in classe) incida sulla circolazione virale. La percentuale di bambini delle elementari contagiati lunedì scorso era del 15,1%, domenica dell’11,9%, il 15 gennaio del 10,7%, il 14 del 9%, il 13 del 7,9%, per arrivare al 5% del 5 gennaio.  

Numeri che parlano. E che fanno emergere anche l’importanza della vaccinazione. Esaminando infatti gli stessi dati, negli stessi giorni, dei ragazzi tra i 12 e i 15 anni, si nota che ieri i positivi erano 946, il 6,4% del totale dei casi giornalieri toscani, il giorno prima il 6,3%, la domenica il 5,6%, per arrivare al 4,4% del 5 gennaio: una crescita molto contenuta. Tra i ragazzi più grandi, fra i 16 e i 18 anni, praticamente dal 5 gennaio, quando ancora non era ripresa la scuola, e ieri, non c’è differenza: i giovani rappresentavano il 5,8% dei contagiati totali e ora sono il 5,9%. La ripresa del contagio tra i bambini più piccoli avrà ripercussione anche sul contagio fra gli adulti, in famiglia. Una catena da spezzare. Se da una parte evidentemente è la vaccinazione a giocare un ruolo determinante, è altrettanto evidente che anche le complicatissime regole che innescano isolamento, quarantena e dad, diversamente applicate tra elementari, medie e superiori non stanno dando l’effettivo giovamento auspicato. Insomma, l’aumento c’è. E’ rilevante. E c’era da aspettarselo. Il nodo della scuola è quello emergente in questo momento ancora globalmente complesso per la numerosità signficativa di nuovi positivi da gestire a tutti i livelli, sanitario e burocratico-amministrativo.  

Tempo dieci giorni dal rientro in classe e la situazione è già caldissima. Gli amministratori locali, dal governatore Eugenio Giani al sindaco Dario Nardella all’assessore all’educazione di Palazzo Vecchio Sara Funaro, lancia in resta si battono per il mantenimento della scuola in presenza, chiedendo al governo e, nello specifico al ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi che ieri era a Firenze, una semplificazione delle regole per quarantene e dad in presenza di positivi in classe (in effetti il modello attuale è insostenibile oltre che poco efficace). Chiedono che le regole per i bambini delle elementari possano essere meno stringenti, perlomeno parificate a quelle istituite per medie e superiori. Ma per far ciò è necessario vaccinare velocemente i più piccini. "C’è ancora una forte resistenza da parte di alcuni genitori – spiega il governatore Giani – Ma ho notato che in questi giorni in cui siamo andati con il camper a vaccinare davanti alle scuole c’è stato un interesse e un coinvolgimento straordinario". Il pediatra Flavio Civitelli, segretario regionale dei medici ospedalieri Anaao, insiste sul tasto della vaccinazione a scuola. "Si dovrebbe studiare un modo per trasformare le scuole in hub e fare vaccinazioni a tappeto. Anche i pediatri di famiglia dovrebbero avere un ruolo maggiormente attivo".