Covid, su i ricoveri, ospedali sotto stress. Le mini bolle non bastano: riaprono i reparti

Tantissimi gli operatori contagiati. La Cgil va all’attacco: "Così non può funzionare, l’isolamento dev’essere fatto secondo protocollo"

Firenze, 5 luglio 2022 - Nonostante l’esperienza, il Covid continua a cogliere di sorpresa il sistema sanitario e a stravolgerne continuamente l’organizzazione: si torna a riallestire i reparti Covid a discapito della cura di tutte le altre malattie. In particolare si perdono posti nelle chirurgie e nei reparti di medicina interna (a Careggi): il riallestimento ovviamente sarà progressivo e avverrà in base alle necessità. Ma le minibolle (stanze dedicate di isolamento) che erano state create, in base alle nuove linee di indirizzo regionali, nei vari reparti per isolare i positivi dagli altri pazienti e poter chiudere quelli interamente dedicati ai pazienti Covid positivi, non sono più sufficienti.

Con la quinta ondata – stavolta in estate – i ricoveri di pazienti positivi al Covid, nell’ultima settimana sono passati da 361 a 574 con un aumento del 59% e un tasso di occupazione delle degenze ordinarie Covid salito dal 6,9 all’11%. L’incremento di nuovi casi, sebbene ieri ne siano stati registrati 1.208 contro i 995 del lunedì precedente, sembrerebbe mostrare un trend di lieve flessione. Negli ultimi sette giorni l’aumento è stato infatti del 44%, con incidenza pari a 804 nuovi casi su 100mila. Nella settimana dal 10 al 26 giugno la crescita era stata del 69%, nella settimana che si è chiusa domenica scorsa, del 46%. Incrociamo le dita.

Ma gli ospedali sono oggettivamete già in difficoltà. Anche per l’elevato numero di operatori contagiati. In questo momento i sanitari positivi dell’Asl Toscana centro sono circa 260 (ieri mattina al pronto soccorso di Torregalli dei 38 operatori sociosanitari previsti in turno erano presenti solamente in 30) 80 a Careggi e 30 al Meyer. Assenze che si sommano alla carenza strutturale di personale e alle assenze per ferie.

Sul problema delle bolle Covid e del contagio fra operatori interviene anche la Cigil. "Il superamento della totale separazione tra pazienti positivi asintomatici e paucisintomatici, seppur all’interno di ‘bolle’, rischia di aumentare il rischio di contagio all’interno dei reparti, a maggior ragione se non sarà previsto personale e materiale esclusivamente dedicato. Il rischio è che involontariamente il personale o i dispositivi medici diventino vettore di contagio". Questo è l’allarme della Fp Cgil Firenze

Per la Fp Cgil "questo modello rischia di far emergere importanti criticità legate all’assistenza e alla sicurezza degli operatori e degli altri pazienti", in quanto pazienti positivi (asintomatici/paucisintomatici) e negativi si troverebbero negli stessi reparti dell’ospedale, a differenza di prima.

Inoltre, fa notare il sindacato, "considerando che nei reparti dove sono state individuate le bolle non è stato previsto alcun aumento di dotazioni organiche e le procedure di vestizione e svestizione dai Dpi in uso per il Covid prevedono tempi necessariamente più lunghi, il rischio di andare in difficoltà nel caso si verificassero emergenze aumenterebbe in modo esponenziale".

In questa fase, con la ripresa dei contagi (che coinvolge anche lavoratori e lavoratrici della sanità) e all’ aumento dei ricoveri con la conseguente riapertura dei reparti Covid, per la Fp Cgil "è necessario riattivare tutte le procedure e le disposizioni previste dalle linee guide nazionali attualmente in vigore, senza abbassare la guardia. Infine, alla luce delle nuove disposizioni organizzative emanate dall’azienda sulle ‘bolle’ riteniamo necessario attivare un monitoraggio costante dei contagi sia tra il personale che tra i pazienti all’interno di quei setting dove queste sono state attivate".