“Scrittori in erba”: un esempio virtuoso di dad

Ecco come la scrittrice e saggista Sandra Landi ha saputo risvegliare la vena creativa di un gruppo di bambini di dieci anni attraverso una serie di incontri su piattaforma telematica

La copertina del libro "Scrittori in erba"

La copertina del libro "Scrittori in erba"

Firenze, 16 gennaio 2022- Essere scrittori a dieci anni non è solo possibile ma divertente, liberatorio, arricchente. Per scrivere belle composizioni di narrativa o evocativi versi di poesia non è necessario essere geni, basta imparare a liberare la creatività intrinseca in ognuno di noi e gestire correttamente grammatica e lessico italiani. A dimostrare che interessare un gruppo di ragazzini di dieci anni alla lettura e alla scrittura può dare risultati straordinari è stata la scrittrice Sandra Landi -già direttrice dell'Istituto regionale di ricerca educativa della Toscana- che con un approccio ludico, molta passione e alcuni incontri telematici a settimana, è riuscita a tirare fuori lo scrittore in erba che si nascondeva nei giovanissimi Alessandro, Bianca, Caterina, Matilde, Sebastiano e Tommaso, arrivando a pubblicare persino un libro con le loro opere che ha ottenuto il plauso della Regione Toscana. Di più: è stata proprio la Tipografia del Consiglio Regionale a stampare il volume e il progetto del futuro prossimo sarà la distribuzione omaggio nelle scuole elementari del nostro territorio.

«I protagonisti di quella che è stata davvero un'esperienza sorprendente sono tre ragazze e tre ragazzi di dieci-undici anni -spiega Landi-, cinque dei quali hanno frequentato la quinta elementare e una la prima media. Fanno parte di quella che viene definita generazione alfa, dei nativi digitali, abituati a viaggiare nel mondo e nella rete, seppur sotto attento controllo dei genitori, ma anche dei nativi ecologici o generazione Greta, giovani molto sensibili ai problemi del clima e dell’inquinamento. Durante il primo lockdown, hanno iniziato a manifestare una certa disaffezione verso la scrittura in generale: tendevano a scrivere il necessario, sempre poco e in fretta. Ho cominciato a seguire tramite Skype - in rispetto delle norme di isolamento - mio nipote Alessandro, proponendo esercizi e giochi linguistici; dopo un po’ si è aggiunta una sua compagna di classe, che aveva manifestato i medesimi problemi. All’inizio del nuovo anno scolastico, altri genitori hanno notato lo stesso atteggiamento nei loro figli, provenienti da altre quinte di sezioni diverse, e si sono rivolti a me per consigli. A questo punto mi è venuta l'idea di coinvolgerli in una “Scuola di scrittura”, sempre all’insegna dell’approccio ludico allo scrivere e al leggere, da svolgersi secondo le regole anti Covid su una piattaforma digitale». Non una ripetizione dell’esperienza scolastica però, si badi bene. Piuttosto un esperimento del tutto nuovo. Dottoressa Landi, che tipo di metodo ha utilizzato per appassionare i suoi giovanissimi allievi alla scrittura? «Ho provato a intraprendere un percorso che trasmettesse l’amore per la scrittura: nella scelta e cura della parola, nello svelamento dei segreti nascosti nelle regole fonetiche e semantiche, nell’assaporare il divertimento di nuovi giochi, con la gioia della percezione di un risultato, senza voti o sanzioni. La scommessa era far scaturire l’amore per il testo e quindi la cura; cura intesa come attenzione a produrre nel lettore conoscenza, soddisfazione e interesse. Ci siamo domandati: in che modo possiamo catturare il lettore fino a spingerlo a sfogliare le altre pagine di un libro dopo averne letta una?» Come è riuscita a stabilire con rapporto così empatico con i suoi allievi, senza aver mai potuto incontrarli dal vivo? «Devo riconoscere che non è facile attuare una comunicazione empatica attraverso un mezzo; affinché sia autentica occorre guardarsi negli occhi, saper acquisire da un gesto, da una posizione, da una distrazione ecc., importanti segnali e informazioni. È difficile, è vero, ma non impossibile, e questo punto ci tengo a sottolinearlo. Nonostante la distanza ho percepito nei ragazzi il divertimento e la volontà di produrre un testo in grado di attrarre attenzione e, nei casi migliori, affascinare. Chi avrebbe detto che un gruppo di bambini e bambine, dopo otto ore di scuola e di vari impegni sportivi e culturali, a fine di serate molto piene si sarebbero dedicati alla scrittura fino a ritardare l’orario dei saluti?»  

Quale insegnamento, come insegnante, ha tratto da questa esperienza? 

«Tutto il lavoro svolto tende a evidenziare che, in un momento veramente difficile come quello della pandemia, si può essere attivi e propositivi; il modello è esportabile, non ha costi, si basa sul volontariato e sulle risorse dei nostri bambini che, opportunamente motivate e assistite, fioriscono in modo talvolta sorprendente, anche tramite didattica a distanza».

Il libro che ne è scaturito, e che avrebbe dovuto avviare una stagione di presentazioni al pubblico proprio a partire da gennaio, s'intitola “Scrittori in erba” e, come anticipato sopra, ha ottenuto il plauso della regione Toscana

«Questo piccolo libro è uno scrigno che custodisce un bene prezioso – è il commento di Cristina Giachi, Presidente della Commissione Istruzione, formazione, beni e attività culturali del Consiglio regionale- : il frutto della fantasia e della scrittura di sei giovani autori. Scrivere è un'esperienza di generosità, significa aprire una finestra sul proprio cuore e lasciare ai lettori la libertà di dare una sbirciatina dentro. E loro sono stati curiosi, coraggiosi e generosi. Dal punto di vista del lavoro svolto, è stata per i ragazzi un’esperienza di immersione nelle diverse applicazioni dello scrivere, un laboratorio di scrittura in cui si sono esercitati sulle potenzialità dell’uso della parola, per sperimentare la diversità dei linguaggi, la meraviglia di prendere a poco a poco consapevolezza e padronanza dei molteplici significati che le parole, ben assemblate, possono assumere nel descrivere situazioni, luoghi e trasmettere emozioni».

C'è da dire che, prima ancora di ponderare l'idea del libro, Sandra Landi aveva colto l’occasione di un concorso destinato a bambini delle elementari per motivare i propri allievi. Si trattava di un contest indetto dal Cantiere Obraz e inserito nella rassegna Inverno Fiorentino 2020, in occasione della chiusura delle celebrazioni per il Centenario della nascita di Gianni Rodari, che invitava i concorrenti a lavorare sul celebre testo di “Alice Cascherina”, inventando una nuova avventura per la protagonista. «L’idea è stata subito accettata con entusiasmo dai ragazzi -spiega Landi-, ognuno dei quali ha scritto il proprio contributo, dando libero sfogo alle fantasie. Quando si sono aggiudicati il primo premio, la motivazione a proseguire il percorso insieme è cresciuta sempre di più, fino ad arrivare all'esercitazione costante e appassionata delle loro capacità e alla realizzazione del libro». Sandra Landi è specialista di storie di vita, in particolare di storie di donne ed ha collaborato con le maggiori case editrici nazionali. Tradotta in spagnolo e tedesco, dopo una lunga carriera da dirigente scolastica, nel 2006 ha assunto l'incarico di direttrice dell'Istituto regionale di ricerca educativa (IRRE) della Toscana fino al 2009 e nel 2000 ha fondato l'Associazione Culturale Griselda.