Zone rosso scuro in Italia: ecco cosa può cambiare per le regioni a rischio

Viaggi in Europa: test prima della partenza e quarantena all'arrivo

Viaggiatori a Fiumicino (Ansa)

Viaggiatori a Fiumicino (Ansa)

Roma, 25 gennaio 2021 - Se l'istituzione delle cosiddette "zone rosso scuro" proposte dalla Commissione Europea per far fronte alla pandemia di Coronavirus che sta stringendo in una morsa tutto il mondo e l'Europa in particolare sarà resa operativa, cosa cambierà per i cittadini europei che abitano in una di queste zone sul fronte dei viaggi (per l'Italia si è parlato oggi di Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia con i rispettivi governatori  che peraltro non ci stanno). I dettagli più significativi sono contenuti nel comunicato diffuso oggi dalla Commissione. Lo scopo dichiarato è quello di limitare fortemente i "viaggi non necessari"

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Nel progetto è contenuta anche la raccomandazione che gli Stati membri adottino, mantengano o rafforzino "gli interventi non farmaceutici come le misure di permanenza a domicilio e la chiusura temporanea di alcune attività, in particolare nelle zone classificate come 'rosso scuro' per rafforzare i test e la tracciabilità e aumentare la sorveglianza e il sequenziamento dei casi COVID-19 per raccogliere informazioni sulla diffusione di nuove varianti di coronavirus più infettive". Ma torniamo ai viaggi.

Il comunicato della Commissione

Prima della partenza

L'Italia dovrebbe richiedere a chi è in partenza da una regione "rosso scuro" che si tratti di uno spostamento inderogabile e che il viaggiatore si sottoponga a un test prima dell'arrivo nel Paese straniero (quindi il test va fatto alla partenza) per dimostrare che si è immuni. 

All'arrivo nel Paese

Inoltre dovrebbero richiedere che il viaggiatore all'arrivo si sottoponga ad un periodo di quarantena una volta giunto a destinazione.

Al ritorno in Italia

Al ritorno invece la Commissione Europea si raccomanda che i viaggiatori siano autorizzati a sottoporsi ad un test.

Lavoratori frontalieri

Tuttavia, le persone che vivono nelle regioni di confine e i lavoratori transfrontalieri dovrebbero essere esentati da alcune di queste restrizioni di viaggio: se hanno spesso bisogno di attraversare le frontiere, per motivi familiari o di lavoro, non dovrebbe essere loro richiesto di sottoporsi a quarantena, e anche la frequenza dei test richiesti dovrebbe essere proporzionata. Inoltre, quando la situazione epidemiologica su entrambi i lati della frontiera è simile (ovvero se il confine attraversa una zona dello stesso colore nella mappa), non dovrebbe essere imposto a queste persone nessun requisito di test.

I viaggiatori "essenziali"

I cosiddetti "viaggiatori essenziali" (per esempio gli operatori sanitari e le persone che viaggiano per ragioni familiari o di lavoro imperative) in provenienza da aree rosso scuro dovrebbero essere sottoposti a test e quarantena, ma a condizione che questo non abbia un impatto sproporzionato sull'esercizio della loro funzione o esigenza essenziale.

I lavoratori dei trasporti

I lavoratori dei trasporti, che sono generalmente poco esposti a contatti con la popolazione, non dovrebbero essere tenuti a sottoporsi a quarantena, e in linea di principio dovrebbero essere esentati dai test che si applicano ai viaggiatori. Le stesse esenzioni dovrebbero applicarsi anche ai "viaggiatori essenziali" in transito in uno Stato membro.

I viaggiatori extra Ue

Per quanro riguiarda i viaggiatori che arrivano da fuori Europa, c'è una raccomandazione. I viaggiatori, in questi casi, inclusi quelli "essenziali", dovranno tutti essere sottoposti a test molecolare Pcr entro 72 ore prima della partenza, tracciamento dei contatti, e isolamento e quarantena fino a 14 giorni dopo l'arrivo.