Mistero in porto sullo yacht di Putin a Marina di Carrara. Aperta un'inchiesta

La finanza indaga sulla nave russa

Un' immagine dello yacht Scheherazade (foto Yacht Harbour)

Un' immagine dello yacht Scheherazade (foto Yacht Harbour)

Marina di Carrara,  10 marzo 2022 - E’ lungo 140 metri, costa 700 milioni di dollari e ha su di sé gli occhi di tutte le forze dell’ordine italiane. E’ ormeggiato da Giovanni Costantino un mega yacht  di un armatore russo. Tanto è bastato perché il gioiello del mare si avvolgesse di mistero e da lì cominciasse a circolare la notizia che fosse lo yacht di Vladimir Putin.

Come da protocollo il comandante inglese Guy Bennet Pearce ha consegnato tuta la documentazione agli inquirenti che, pur non sbottonandosi più di tanto, confermano che la nave è stata monitorata, ma che non è sotto sequestro. Ancora più chiaro Giovanni Costantino, ceo del The italian sea group, il cantiere di Marina che ha la barca in refitting da oltre un anno. «Lo yacht è di un armatore russo che non solo non c’entra niente con Putin, ma nemmeno rientra nella lista dei 100 paperoni oligarchi del gas» i cui beni vengono bloccati in tutta Europa.

 

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Sul resto vige, ovviamente, il massimo riserbo e con esso il massimo sospetto tanto che la nave che da un anno è ormeggiata nel cantiere di Marina, ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine e quindi dei media creando una sorta di mistero. La notizia è arrivata anche Oltre Oceano tanto che il New York times ha fatto un servizio in cui si chiede se llo yacht sia di proprietà russa o addirittura del presidente Vladimir Putin, visto che finora nessun probabile proprietario è stato identificato pubblicamente. Certo è, riporta il quotidiano statunitense e si legge nell’Ansa, che lo Scheherazade - così si chiama il mega yacht - è «al vaglio della polizia italiana: il suo capitano, il britannico Guy Bennett-Pearce, ha riferito che gli inquirenti sono saliti a bordo venerdì scorso e ne hanno esaminato la documentazione. E secondo una fonte che ha voluto mantenere l’anonimato la Guardia di Finanza avrebbe aperto un’inchiesta. Bennett-Pearce si è limitato a smentire che lo Scheherazade sia di Putin o che il leader russo vi abbia mai messo piede. Il capitano non ha escluso che il proprietario sia russo, ma ha sostenuto che non figura in alcuna lista di persone colpite dalle sanzioni occidentali: Bennett-Pearce si è rifiutato di dire altro sull’identità dell’armatore, citando un «accordo di non divulgazione a tenuta stagna».

Successivamente, in un messaggio inviato ad un giornalista del New York Times lunedì notte, il capitano ha detto che «non aveva altra scelta» che quella di consegnare alle autorità italiane i documenti che rivelano l’identità del proprietario, assicurando che lo avrebbe fatto ieri. Le autorità gli avrebbero assicurato che i documenti sarebbero stati trattati con «riservatezza». «Non ho alcun dubbio che questo libererà la nave da tutte le indiscrezioni e speculazioni negative», ha scritto Bennett-Pearce al giornalista. Il giornale ricorda che il mistero sul proprietario dello Scheherazade è nato anche perché il nome sullo scafo dell’imbarcazione è stato coperto e quando lo yacht è arrivato nel porto è stata eretta un’alta barriera metallica sul molo per metterlo a riparo - almeno in parte - da occhi indiscreti: cosa mai successa prima d’ora a Marina di Carrara, hanno commentato alcuni residenti.