1 febbraio 1945, l’Italia riconosce il diritto di voto alle donne

La prima volta ai seggi fu per le amministrative, poi venne il referendum tra Monarchia e Repubblica. Ma il rossetto doveva essere lasciato fuori dal seggio, pena l’annullamento del voto

Donna al voto (foto Ansa)

Donna al voto (foto Ansa)

Firenze, 1 febbraio 2022 – Esattamente 77 anni fa, con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo.

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò ad essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (che verrà sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946. L’affluenza femminile superò l’89%, e vennero elette nei consigli comunali circa 2 mila candidate: un vero e proprio plebiscito. È stata poi la volta dello storico referendum per la scelta tra Monarchia e Repubblica. Il 2 giugno 1946 le donne tornarono alle urne con la stessa, massiccia partecipazione. Quelle elette alla Costituente saranno 21 su 226 candidate, ma pur essendo pari al 3,7 per cento, le Madri costituenti diedero un apporto importantissimo in termini di principi, idee, uguaglianza, parità, modernità e diritti. Vale però la pena ricordare una curiosità: all’epoca il lembo della scheda elettorale, che non doveva riportare alcun segno di riconoscimento, per essere incollato veniva umettato con le labbra. Come dunque sottolineato da alcuni giornali, il rossetto doveva essere lasciato fuori dal seggio, pena l’annullamento del voto.

Nasce oggi

Gabriel Omar Batistuta nato il 1 febbraio 1969, Provincia di Santa Fe, Argentina. È stato uno straordinario calciatore, soprannominato Batigol e Re Leone, con la maglia della Fiorentina ha segnato 152 reti ed è considerato tra i più forti attaccanti al mondo della sua generazione. Ha detto: “Avrei vinto il Pallone d’Oro se fossi stato nel Barcellona o nel Manchester United. Ma io volevo vincere con la Fiorentina”.

Maurizio Costanzo