Violenze sulle donne, otto casi al giorno denunciati al codice rosa in Toscana nel 2017

I numeri del servizio che istituisce un percorso dedicato in ospedale per le vittime

Maltrattamenti

Maltrattamenti

Firenze, 20 aprile 2018 - Oltre otto casi di violenza su donne in media al giorno nel 2017. Questo uno dei dati del Codice Rosa in Toscana, quel percorso che scatta quando si denunciano casi di maltrattamenti e violenze. Nella stragrande maggioranza dei casi le vittime del codice rosa sono donne, solo una minima parte riguarda uomini. Diversi anche i maltrattamenti sui bambini (550 i casi nel 2017). Il punto sui numeri del codice rosa è stato fatto dai vertici della Regione ToscanaDal 2012, anno della sua fondazione, al 2017, nei pronto soccorso della Toscana si sono registrati 17.363 casi di Codice Rosa

"Il progetto del Codice Rosa, nato nel 2010 a Grosseto e poi progressivamente esteso a tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere, è ormai una realtà consolidata", dice l'assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi. "L'esperienza toscana ha fatto da apripista, diffondendosi poi in tante altre regioni. Dal 2014 è diventato un protocollo nazionale e sta ora riscuotendo grande attenzione anche in Europa. In ogni pronto soccorso degli ospedali toscani c'è una corsia riservata e un team multidisciplinare che si prende cura delle persone vittime di violenza e abusi".

La rete regionale, composta da oltre 800 operatori, è così caratterizzata: 1) Responsabile della Rete regionale Codice Rosa. 2) Comitato regionale Codice Rosa. 3) Comitato di Area Vasta Codice Rosa. 4) Rete aziendale Codice Rosa.

Gli obiettivi della rete prevedono di: favorire il riconoscimento precoce dei casi di violenza assicurando efficaci percorsi dedicati; coordinare e mettere in rete le diverse istituzioni e competenze, per fornire una risposta efficace già dall'arrivo della vittima al pronto soccorso; attivare, quando necessario e/o richiesto, le Reti territoriali per dare continuità alle azioni successive al momento di cura erogato nelle strutture di pronto soccorso con la presa in carico territoriale successiva, sulla base della valutazione delle esigenze di tutela e protezione delle vittime mediante percorsi rispondenti alle loro esigenze; assicurare omogeneità di intervento sull'intero territorio regionale.