Video con abusi, 119 indagati per pedopornografia. Un arresto a Pistoia

Hanno tra i 19 e i 72 anni, tre arresti. Trovate 28mila immagini

Polizia postale

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Catanzaro, 18 marzo 2021 - Ventottomila immagini e 8 mila video di minori abusati o vittime di violenze, tra i quali anche neonati. Era questo il materiale ripugnante che veniva scambiato sui social network, anche in ambito internazionale, da un gruppo di insospettabili di ogni età e ceto sociale, scoperto dalla Polizia postale coordinata dalla Dda di Catanzaro.

Stamani sono scattate le perquisizioni a casa di 119 persone, tutte indagate, in 16 regioni e 60 province, in particolare in Lombardia, Piemonte e Veneto, dove risiedono la metà degli indagati. Tre persone, residenti nelle province di Imperia, Pistoia e Reggio Calabria, sono state arrestate in flagranza di reato al termine delle perquisizioni per l'ingente quantità di materiale posseduto.

Immagini e video sono stati trovati dagli agenti della Polizia postale nei 230 apparati informatici che sono stati sequestrati. L'indagine è stata avviata un anno fa dalla Polizia postale di Reggio Calabria - coordinata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, dall'aggiunto Giancarlo Novelli e dal Pm Saverio Sapia - dopo una serie di segnalazioni arrivate attraverso il circuito internazionale di cooperazione in materia di contrasto allo sfruttamento dei minori online con enti esteri e associazioni non governative al Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online della Polizia Postale, realizzando delle vere e proprie partnership fondamentali per un'efficace azione di contrasto agli abusi in danno di minori online.

Grazie alle loro capacità tecniche e professionali, gli investigatori sono riusciti a dare una identità agli username utilizzati in rete dai 119 indagati per accedere a canali riservati su cui avveniva lo scambio del materiale. Ottenuti i riscontri necessari, gli investigatori, con il coordinamento della Dda catanzarese, sono entrati in azione andando a perquisire le abitazioni e gli uffici delle persone individuate.

In più di 80 casi, durante le perquisizioni informatiche condotte sui dispositivi utilizzati dagli indagati, sono stati rinvenuti gli account usati per le richieste di materiale illecito, consentendo ai poliziotti di isolare, in prima battuta, la presenza delle 28.000 immagini e degli 8.000 video e di sequestrare più di 230 tra cellulari, tablet, hard disk, pen drive, computer, cloud, account email e profili social associati. Uno scambio, è l'ipotesi degli investigatori, che potrebbe essersi intensificato in questo periodo di limitazione del contatto fisico per le misure di contenimento della pandemia, che aumenta la propensione all'uso delle risorse tecnologiche da parte dei minori, così come della popolazione adulta. Gli indagati sono risultati avere un'età compresa tra i 18 e i 72 anni e appartengono a diversi contesti sociali. Circostanze che - hanno sottolineato gli investigatori della Polizia - fanno emergere «l'assoluta trasversalità del fenomeno che ricomprende professionisti, studenti, disoccupati, pensionati, impiegati pubblici e privati, militari, un appartenente alle forze di polizia e una guardia giurata».