Vecchiaia, Firenze capitale della ricerca: a caccia di soluzioni per la qualità della vita degli over 80

Unifi capofila di un progetto multidisciplinare pubblico-privato sui fronti tecnologici e medico assistenziale

Daniele Vignoli, docente di demografia dell’Università di Firenze
Daniele Vignoli, docente di demografia dell’Università di Firenze

Firenze, 16 settembre 2023 – Con gli ultraottantenni in costante aumento e le culle vuote l’Italia si presenta come un Paese sempre più anziano. E, allora, perché non provare a trasformare questa caratteristica in un’opportunità?

Parte da qui la sfida di Age-It, il più grande polo italiano di ricerca sui temi dell’invecchiamento, coordinato dall’Università di Firenze e presentato ieri nel capoluogo toscano.

Si tratta di un partenariato esteso, ovvero di una delle linee di investimento previste dal ministero dell’Università e della Ricerca all’interno del Pnrr, che si concretizza in un’alleanza pubblico-privato.

D’altronde il tema è cruciale: nel 2050 gli ultraottantenni in Italia saranno 7 milioni e 600 mila, tre milioni in più di adesso (fonte Istat). Una cifra ancora più impressionante se si pensa che nel 1950 donne e uomini che avevano compiuto gli ottanta erano solo 500mila.

Coordinatore scientifico di Age-Ita è Daniele Vignoli ordinario di Demografia di Unifi e già vincitore di un finanziamento dell’European Research Council dedicato a Incertezza economica e fertilità in Europa .

Professore, in cosa consiste il programma?

"Si tratta del programma di ricerca più ampio e impegnativo mai portato avanti in Italia e probabilmente anche a livello internazionale sul tema, grazie a un finanziamento di oltre 114 milioni di euro dal Pnrr, al lavoro di 350 ricercatori e a una rete di 27 partner tra Università, centri di ricerca, industrie, enti e organizzazioni. Il nostro Paese ha una peculiarità, unisce una fecondità estremamente bassa a uno dei più alti livelli di aspettativa di vita al mondo: un caso di studio perfetto a livello internazionale".

Qual è il vostro obiettivo?

"Rendere l’Italia fulcro di queste ricerche e fornire delle risposte sulla base delle evidenze scientifiche e delle previsioni di sviluppo delle conoscenze. Saremo a lavoro su dieci spoke (filiere tematiche ndr) per trovare le migliori soluzioni tecnologiche, sociali, medico-assistenziali e di policy per il benessere di una società in cui gli equilibri tra le generazioni stanno cambiando radicalmente".

Quali temi affronterete?

"Andremo da temi biomedici, ad aspetti sociali e di gestione della terza età. Cercheremo per esempio di capire se ci sono limiti all’aumento della sopravvivenza, ma anche quale possa essere la sostenibilità dei sistemi di cura per gli anziani in una società che invecchia o quali tecnologie possano aiutare, approfondiremo l’impatto del Covid-19 o il tema fecondità".

Prossimi passaggi?

"A maggio avremo un nuovo confronto fra i gruppi di lavoro. Infine, entro febbraio 2026, ci saranno le conclusioni: dati, raccomandazioni e suggerimenti utili affinché la terza età possa essere un’opportunità per i singoli individui, ma anche una risorsa per la società".