Omicron 2, l'infettivologo Falcone sulla nuova variante: "Non è diversa, nessun allarme"

Il professore dell'Università di Pisa: "Dal punto di vista pratico-clinico probabilmente l'impatto di questa sotto-variante al momento sembra essere nullo"

Il dottor Marco Falcone, professore associato dell'Università di Pisa

Il dottor Marco Falcone, professore associato dell'Università di Pisa

Pisa, 17 gennaio 2022 - "Virologi e genetisti di tutto il mondo sono attentissimi a identificare qualsiasi variante o sub-variante, e chiaramente ogni variante nuova che viene identificata fa notizia, ma al momento non ci sono elementi per dire che una sotto-variante di Omicron crei differenze sostanziali rispetto a Omicron stessa". Così all'Adnkronos Salute il virologo Marco Falcone, professore associato di Malattie infettive dell'Università di Pisa e segretario della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) sulla sotto-variante Omicron BA.2 ribattezzata Omicron 2 che si è già diffusa nei Paesi del Nord Europa.

"Sono evidenze di laboratorio - chiarisce Falcone - ma dal punto di vista pratico-clinico probabilmente l'impatto di questa sotto-variante al momento sembra essere nullo, non ci sono motivi di particolare allarme tanto è vero che non è stata codificata come variante di preoccupazione a parte rispetto a Omicron. Io credo - conclude il medico - che sia importante fare il sequenziamento e ora tutte le modifiche sono monitorate ma non tutte le modifiche poi sono associate a varianti nuove che causano nuovi problemi".

Quarantena breve

Falcone parla anche della quarantena breve. Una quarantena più breve per chi ha ricevuto le tre dosi di vaccino anti-Covid "al netto del fatto che non ci si può esprimere in maniera scientifica sulla base di dati perché non esistono studi specifici, considerato che Omicron dà solitamente un'infezione nel vaccinato tripla dose un'infezione generalmente abbastanza banale che si risolve nel giro di pochi giorni, potrebbe anche essere presa in considerazione".

"Globalmente sono decisioni più politiche che scientifiche - spiega l'esperto - la decisione scientifica andrebbe presa sulla base di un'evidenza, mentre queste sono scelte che cercano di far mediare le conoscenze che arrivano dagli studi e dai dati con esigenze anche di tipo politico. Detto questo, quello che sappiamo però - sottolinea Falcone - è che alcuni malati rimangono positivi per molti giorni. I dati ci dicono che probabilmente il paziente plurivaccinato che si reinfetta ha una contagiosità, quando scompaiono i sintomi, quasi nulla. Però se poi una persona ancora positiva - ammonisce il virologo - rimane una giornata con un soggetto immunodepresso nello stesso ambiente non possiamo escludere l'infezione. Quindi sì, è utile ridurre la quarantena per uscire di casa e andare magari al supermercato ma - avverte - non è auspicabile per queste persone da poco guarite clinicamente frequentare persone a rischio perché la potenziale possibilità di un contagio esiste sempre".  "Tuttavia - spiega il medico - con la variante Omicron possiamo ragionare in maniera un po' più flessibile perché oggettivamente i dati di gravità nei vaccinati ci dicono questo". Ovviamente, conclude Falcone, la fine della quarantena dovrebbe coincidere con "un uso militaresco della mascherina Ffp2".