Variante Delta, sintomi: raffreddore e mal di gola, rara la perdita di olfatto

Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, illustra come i casi si manifestano

Un hub vaccinale

Un hub vaccinale

Firenze, 19 giugno 2021 - Più sintomi all'apparato respiratorio, con tosse e raffreddore ma anche mal di gola. Rara invece la perdita di olfatto. In questo modo si manifesta la Variante Delta del coronavirus, come illustrato da Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute. "La Variante Delta - dice Rezza - sembra dare più sintomi a carico dell'apparato respiratorio: raffreddore, naso che cola, mal di gola, mal di testa sembra il sintomo più comune. La febbre è il quarto sintomo, la tosse solo quinta e raramente questa variante sembra dare anosmia ossia perdita di olfatto". 

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"Tenere conto dei sintomi"

"Non si sa se in termini di ospedalizzazioni - prosegue Rezza - la variante Delta comporti un rischio maggiore. Ma questi sintomi è bene tenerli in conto - ha spiegato - Nulla di ufficiale, ma riporto segnalazioni fatte in particolare nel mondo anglosassone. Noi abbiamo già diversi focolai dovuti alla variante indiana nel Paese. Difficile arrestare il fenomeno del rimpiazzamento, lo abbiamo visto con la variante Uk. Quando una variante corre più di un'altra prima o poi si verifica questo fenomeno" per cui la variante avvantaggiata diventa dominante".

La scelta della quarantena

Quello che si può fare, ha aggiunto Rezza, "è ritardare l'ingresso massivo del virus, anche se quando una variante corre più di un'altra prima o poi entra. Questa Variante Delta corre il 60% più di quella Uk. Difficilmente si eviterà il rimpiazzamento. Da qui la scelta dell'ordinanza che introduce la quarantena di 5 giorni con obbligo di tampone per chi arriva dalla Gran Bretagna. Quando si vede che la situazione in un altro Paese è tale per cui c'è un'alta probabilità di importazione di casi, si passa a rimedi estremi che non prevedono deroghe. E quando si introduce la quarantena la si introduce per tutti, vaccinati e non", ha chiarito l'esperto.

"Tracciare e vaccinare per evitare un autunno problematico"

Tracciare, sequenziare e vaccinare per evitare che la variante Delta (ex 'indiana') di Sars-CoV-2 possa diventare il prossimo autunno anche per l'Italia il problema che già oggi rappresenta nel Regno Unito. A lanciare il monito in un'intervista all'Adnkronos Salute è Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all'università di Brescia e direttore del Laboratorio di Microbiologia dell'Asst Spedali Civili.

"Al momento Variante Delta pensiero lontano"

"La variante Delta - conferma l'esperto - per la sua alta diffusibilità sta addirittura sostituendo la variante Alpha" o 'inglese' del coronavirus pandemico. "Certamente - ragiona il numero uno dei virologi italiani - più una variante diffonde, più penetra nella popolazione e più fa danni. Ma questo al momento per noi è un pensiero lontano - rassicura - perché assistiamo da tempo alla presenza di focolai nel nostro Paese, che però finora non sembrano prendere piede in maniera importante né espandersi in modo esponenziale".