Vaccino Covid in Italia, Sileri: "Slittano over 80". Pfizer: forniture tornano a regime

Astrazeneca, prime dosi forse il 15 febbraio. Il ministro Boccia: "I richiami saranno garantiti. L'immunità di gregge slitterà, speriamo di poco". Michel: "La Ue farà rispettare i contratti"

Pierpaolo Sileri (ImagoE)

Pierpaolo Sileri (ImagoE)

Roma, 24 gennaio 2021 - I ritardi nelle consegne di Pfizer e AstraZeneca costringono il Governo a rivede il piano vaccini anti Covid. Il premier Giuseppe Conte annuncia azioni legali e anche la Ue ora sembra intenzionata a muoversi. "Abbiamo intenzione di far rispettare alle società farmaceutiche i contratti che hanno firmato usando i mezzi legali a nostra disposizione", ha detto il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, in un'intervista a Europe 1.

E Pfizer a SkyTg24 ribadisce: "Dalla prossima settimana la fornitura del vaccino tornerà a regime". La società farmaceutica statunitense ha anche specificato che "dall'8 al 18 Gennaio sono state inviate le fiale previste dal piano di ordinazione, poi c'è stata la riduzione a causa del riadattamento del sito produttivo belga di Puurs. Con la decisione del Governo di somministrare 6 dosi anziché 5, Pfizer ha ridotto il numero di fiale, ma non di dosi previste, che resta lo stesso".  E chiarisce: "Quello che sta accadendo è frutto di un fraintendimento nel conteggio delle dosi che non è il conteggio delle fiale".

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Over 80

Ma i tempi, in attesa delle controversie legali, si allungano. A quantificare lo slittamento "in quattro settimane" per la vaccinazione degli Over 80 è oggi il viceministro Pierpaolo Sileri. "Da domani le dosi a disposizione saranno utilizzate anzitutto per effettuare il richiamo nei tempi previsti a coloro che hanno già ricevuto la prima somministrazione, cioè soprattutto per gli operatori sanitari", dice a 'Domenica In' su Rai 1. Aggiungendo che per il resto della popolazione i tempi si allungheranno "di 6-8 settimane".  

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Le dosi

Intanto il commissario staordinario per l'emergenza Domenico Arcuri annuncia che entro marzo arriveranno 15 milioni di dosi. Cifra che viene ribadita oggi dal ministro per gli Affari regionali. "C'è stata una riduzione nelle forniture" e "entro marzo ne avremo 15 milioni e stiamo rivendendo i piani di somministrazione in funzione di questi numeri, numeri ridotti. Pretendiamo che i numeri vengano rispettati", dice Francesco Boccia a Skytg24.  "Serve uno Stato forte per imporre alle aziende di rispettare gli accordi e se ci sono problemi produttivi devono spiegarli, ma se vaccini finiscono in altri continenti è molto grave", prosegue l'esponente dem.

E assicura: i"richiami saranno garantiti, non ci saranno conseguenze" e l'immunità di gregge slitterà "speriamo di qualche giorno ma non dipende da noi, dipende dalle aziende che forniscono i vaccini all'Ue".

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Astrazeneca e gli altri: cosa succede ora

Le prime dosi di Astrazeneca, se il vaccino avrà il via libera dell'Ema, arriveranno il 15 febbraio, poi ancora il 28 e il 15 marzo. In base al piano inziale, nel primo trimestre del 2021 sarebbero dovute arrivare in Italia 28 milioni e 269mila dosi. Quantità che - è ormai evidente - non sarà rispettata: entro la fine di marzo le dosi a disposizione saranno meno di 15 milioni, dunque circa la metà di quanto previsto.

Astrazeneca ha infatti confermato la riduzione a causa di un problema alla produzione, un taglio del 60% che, hanno spiegato sia Conte sia Arcuri, per l'Italia significherebbe passare da 8 milioni a 3,4 milioni di dosi. Alle quali si dovrebbero aggiungere gli 8,7 milioni di Pfizer (se l'azienda americana tornerà alle forniture iniziali come ha ribadito anche oggi) e il milione e 300mila di Moderna.

Sembra invece ancora lontano dall'approvazione Curevac, per cui all’appello macheranno altri due milioni di dosi entro marzo.