Vaccino, avvocati fiorentini: "La Regione doveva chiarire, un linciaggio contro di noi"

La presa di posizione del presidente dell'Ordine di Firenze, Giampiero Cassi

Per lui il PM ha chiesto 14 anni per omicidio volontario (ANSA)

Per lui il PM ha chiesto 14 anni per omicidio volontario (ANSA)

Firenze, 2 aprile 2021 - «Poiché la vaccinazione del comparto giustizia è stata è stata attuata a seguito di una decisione pienamente legittima di Regione Toscana, ci saremmo aspettati che quest'ultima, anche per fermare l'ingiusto linciaggio mediatico di tutti gli avvocati toscani, fosse intervenuta per dire con chiarezza come si erano svolte effettivamente le cose. Ciò non è stato, perché si è preferito adeguarsi alla marea montante, scaricando il comparto giustizia». Lo afferma il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Firenze, Giampiero Cassi, parlando in merito alle polemiche scaturite della scelta della Regione Toscana, poi revocata intorno alla metà di marzo, di considerare i lavoratori del comparto giustizia, avvocati inclusi, tra le categorie prioritarie per la vaccinazione anti Covid. L'Ordine ha inviato la lettera alla Regione Toscana e, per conoscenza, al Presidente della Repubblica e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

«Gli avvocati fiorentini - prosegue Cassi - sono oggetto da svariati giorni di un'ingiusta, martellante campagna mediatica di denigrazione sulle reti televisive e sui quotidiani». «Ciò è potuto avvenire - prosegue - anche perché la Regione Toscana non è prontamente intervenuta per ristabilire la verità dei fatti». «La Regione - aggiunge Cassi - sa bene che il Consiglio dell'ordine degli avvocati di Firenze non ha avanzato alcuna richiesta finalizzata a ricevere un trattamento privilegiato». Per questo motivo, aggiunge ancora Cassi, «per troncare sul nascere questa campagna diffamatoria sarebbe stato sufficiente che Regione Toscana avesse precisato a chiare lettere che la decisione di individuare nel comparto giustizia un servizio essenziale era stata presa a seguito di un'interlocuzione avvenuta tra Regione Toscana e i vertici della Corte di Appello di Firenze»