Vaccini, arrivato un terzo delle dosi previste. L’Italia al palo scommette sul siero J&J

Immunizzato il 2,3 per cento della popolazione. L’Iss: "Crollo dei contagi tra gli over 80". Ecco cosa ci dobbiamo aspettare

Una ragazza si vaccina. In Italia sono state somministrate 4,2 milioni di dosi

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I vaccini funzionano, ma sono pochi, dannatamente meno di quanti ne attendevamo. Ne aspettavamo entro fine marzo 15 milioni 695mila dosi (stima ministero della Salute aggiornata il 12 febbraio), sinora ne sono arrivate, dopo praticamente due mesi di invii con il contagocce, solo 5 milioni e 830mila 660 dosi: il 37,14%. Ne abbiamo inoculate (dato aggiornato alle 18 di ieri) 4.202.945 dosi, pari al 72,1% di quanto avevamo – dato coerente con il suggerimento di tenere una scorta del 30% per garantire le seconde dosi – completando i ciclo vaccinale di due dosi in 1 milione 389mila 876 persone. Abbiamo così coperto con la prima dose il 4,72% della popolazione e con la seconda il 2,33%. Con segnali però già ben visibili sulle curve epidemiche.

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Perché nonostante i vaccini somministrati siano pochi, producono effetti. "A partire dalla seconda metà di gennaio – segnala l’Istituto Superiore di Sanità – si osserva un trend in diminuzione del numero di casi negli operatori sanitari e nei soggetti di età maggiore o uguale a 80 anni, verosimilmente ascrivibile alla campagna di vaccinazione in corso". L’Iss evidenzia in dato anche postando un grafico su Twitter. "La curva epidemica dei casi riportati come operatori sanitari e la curva dei casi non riportati come operatori sanitari – si legge nel passaggio del report dell’ISS che spiega la figura – hanno avuto un andamento molto simile fino alla seconda metà di gennaio quando le due curve hanno iniziato a divergere, mostrando un trend visibilmente in calo per gli operatori sanitari a fronte di un trend stazionario, con tendenza a un lieve aumento dall’8 febbraio". Dei 5 milioni e 830mila vaccini ricevuti, 4 milioni e 537mila sono Pfizer, 1 milione e 48mila AstraZeneca e solo 244mila Moderna. Mancano entro la fine di marzo la bellezza di 9 milioni e 865mila dosi, quasi il doppio di quanto abbiamo ricevuto in due mesi: definire ottimista il raggiungimento di questo obiettivo è pleonastico. "Le multinazionali – ha osservato ieri il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini – sono inadempienti ed è una cosa gravissima rispetto ai contratti che avevano firmato perché siglando quei contratti hanno ricevuto soldi pubblici. Evidentemente, anzi, certamente, hanno fatto male i calcoli rispetto alla produzione".

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Il futuro è avvolto nell’incertezza, perché avremo sostanzialmente quello che ci mandano. Nel secondo quadrimestre dovrebbe arrivare anche il vaccino di Johnson & Johnson. "Il vaccino anti Covid di Janssen, azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson – ha detto il professor Armando Genazzani, rappresentante italiano nel comitato tecnico Chmp dell’Ema – credo sia in dirittura d’arrivo. Nei primi 15 giorni di marzo potrebbe arrivare la decisione dell’agenzia europea dei medicinali Ema". Secondo le stime del ministero della Salute dovrebbero arrivarne l’invio in 7 milioni e 700mila dosi (che, se arriveranno davvero, copriranno altrettante persone perché quel vaccino è monodose).

Sempre nel secondo quadrimestre 10 milioni dosi di AstraZeneca, oltre 17 milioni e 500mila di Pfizer, 7 milioni e 314mila del vaccino di Curevac (che ancora deve avere il via libera dell’Ema) e 4 milioni e 650mila di Moderna. In totale fanno 52 milioni e 477mila dosi. Da notare che al secondo quadrimestre mancheranno la bellezza di dodici milioni di dosi di AstraZeneca, che originariamente doveva mandarcene 22 milioni e 72mila e invece non supererà i 10 milioni. Quanto a Sputnik V, il vaccino russo, al momento non ne è stata presentata all’Ema la richiesta di autorizzazione: se lo volessimo dovremmo trattare direttamente con Mosca, sarebbe una trattativa eminentemente politica, ed è da vedere quante dosi potremmo ottenere visto che la domanda, da 37 Paesi, è elevata, ma la capacità produttiva, secondo Mosca 5-700 milioni di dosi nel 2021, è molto più limitata della domanda, e fino a maggio dovrebbe essere entro le 100 milioni di dosi.

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