Cronache dalla pandemia: negli Usa è caccia ai microchip mentre abbonda la carta igienica

Lo scorso anno, mentre in Italia c’era la corsa a farina e lievito, negli States si spendevano 11 miliardi di dollari per la "toilet paper". E ora da noi c'è la corsa alle PlayStation in orari improbabili

Un'azienda di microchip

Un'azienda di microchip

Firenze, 14 aprile 2021 - Gli americani hanno troppa carta igienica in casa, scrive il Wall Street Journal, e hanno smesso di comprarla. A gennaio le vendite sono scese del 4 per cento ma le cantine sono piene di provviste. A ognuno la sua gestione domestica della pandemia; in Italia nel 2020 c’era la corsa a farina e lievito, negli Stati Uniti alla toilet paper: 11 miliardi di dollari spesi per acquistarla l’anno scorso, quando di solito sono 9. Ora però le cose vanno così bene, laggiù (hanno tanti vaccini, e di case farmaceutiche diverse, e sono ben organizzati, sicché la campagna di vaccinazione di massa prosegue spedita), che non solo posso permettersi di bloccare precauzionalmente il vaccino J&J per 6 casi di trombosi e un morto su oltre 6,8 milioni di dosi somministrate, ma persino di smettere di assaltare il reparto casalinghi dei supermercati.

“La carenza di microchip è particolarmente devastante in questi mesi per l’industria automobilistica, che sta fermando stabilimenti e ridimensionando le attività, subendo una perdita globale di produzione, valutata ormai a più di 60 miliardi di dollari, e registrando anche un freno alla riconversione verso l’auto elettrica. Apple, da parte sua, ha annunciato che la produzione dell’iPhone 12 sta rallentando proprio per carenza di microchip”, scrive Luca Balestrieri su Luiss University Press. Adesso Joe Biden potrà passare agilmente alla prossima emergenza, dopo aver già emanato il 24 febbraio scorso l’Executive Order on American Supply Chains: la scarsità di semiconduttori per auto e console per videogiochi, come la PS5, in vendita - formalmente - da novembre solo online epperò quasi introvabile. Nelle prime settimane i bagarini erano riuscite ad accaparrarsele, rimettendole sul mercato al doppio o al triplo (la console standard viene 499 euro, la digital edition, senza lettore, 399). Il presidente americano nel suo executive order indicava subito una scadenza: entro 100 giorni per avere dei piani di intervento non solo per risolvere i problemi dell’industria videoludica ma anche quelli della filiera farmaceutica. Tra 51 giorni vedremo. Qui siamo, invece, ancora al carissimo babbo e non sappiamo come gestire la campagna vaccinale nelle regioni, figuriamoci occuparci di produzione di semiconduttori. Anche perché l’obiettivo statunitense è diventare autonomi dall’Asia nella produzione - si torna sempre alla geopolitica, mica pizza e Arcuri - qua nella migliore delle ipotesi si tratta di trovare un modo per piantarla con la caccia alle PlayStation in orari improbabili. Sono le 5:22 di mattina del 14 aprile quando il canale Telegram al quale sono iscritto per monitorare quali negozi online vendano l’introvabile PlayStation 5 – PS5 drop Italia – pubblica il link di Unieuro che ha di nuovo disponibili console. Purtroppo io lo vedrò soltanto due ore dopo, al risveglio, e, come da precisa informazione di un altro canale, NextGen Console Finder Italia, dopo 8 minuti le Ps5 erano tutte esaurite. Vabbè, è quasi meglio del 31 marzo, quando il messaggio era arrivato alle 4:04 e il gestore del primo canale aveva fatto di tutto per svegliare la gente tempestandola di messaggi (ma che vita fanno quelli che si possono permettere di tenere le notifiche accese nel cuore della notte?, ho pensato appena visti i messaggi): “Ciao ragazzi, molti di voi probabilmente leggeranno questo messaggio tra qualche ora. Oggi Unieuro ha droppato la PS5 sia Standard sia Digital. Ho fatto di tutto per svegliarvi, infatti molti di voi sono riusciti a prenderla. Sono felice di essere riuscito a far prendere la console a tanti di voi, siccome la disponibilità è durata più di un’ora”. Nel frattempo, le pubblicità della Ps5 aumentano, come se la Sony ne avesse bisogno, l’altra sera spuntavano i loghi scintillanti in sovraimpressione durante la partita di Champions League Psg-Bayern, mentre qui si compulsano GameStop, Unieuro, Mediaworld, Amazon alla ricerca di una console, la nostra Amuchina del 2021.