Un maiale vietnamita al guinzaglio, ecco Poty

È un assiduo frequentatore delle aree verdi di Castello. E tanti bambini arrivano apposta per vederlo

Andrea Morandi con il suo maiale domestico Poty (Tommaso Germogli)

Andrea Morandi con il suo maiale domestico Poty (Tommaso Germogli)

Firenze, 17 novembre 2019 - C’è chi ama i cani e chi i gatti. Chi preferisce la compagnia di un criceto e chi di un pesce rosso. Andrea Morandi, cuoco di 38 anni di Signa ha fatto una scelta decisamente più originale: il suo amico a quattro zampe è Poty, un maiale vietnamita di due anni e mezzo d’età e 58 chili di peso. Ogni giorno, per due o tre ore, lo porta a passeggio ai giardini pubblici dell’Edera, nel quartiere signese di Castello, dove ovviamente è ormai diventato una sorta di mascotte o dove tantissimi bambini arrivano appositamente per incontrarlo. Insomma Poty, abbreviazione di Potomac Giallo, è ormai un vero “personaggio”.

«È un animale molto socievole – spiega Andrea – e non crea alcun problema. Fondamentalmente, quando è fuori casa, si concentra sul cibo che può trovare. Mangiare è il suo svago e passa il tempo brucando nel verde o cercando qualche scarto. I cani lo evitano perché hanno paura delle sue dimensioni, ma lui tende a ignorarli». Oltre a mangiare l’erba, Poty passa a setaccio i giardini per cercare olive, bacche e altri piccoli frutti selvatici che trova a terra. Ma ama anche correre e strusciarsi contro le cortecce d’albero.

«Durante la giornata sta in casa – spiega il suo "amico a due zampe" - sia quando sono presente sia quando sono fuori per lavoro. Non ha problemi a restare da solo. Devo dire che è molto pulito e che non emana affatto cattivo odore, come vorrebbero i luoghi comuni. Odia il fango e preferisce piuttosto stare accanto a me e farsi grattare la schiena con una spazzola. Va però portato fuori a lungo, per due o tre ore al giorno, ed è quindi un animale che richiede tempo e dedizione. Più difficoltoso andare con lui in vacanza: in teoria le strutture che accettano cani dovrebbero accoglierlo, perché non c’è alcuna differenza nella sua gestione… Anzi, ha anche il vantaggio di non abbaiare e di non perdere pelo. In realtà però non è così semplice trovare il posto adatto».

Ma da dove nasce la passione per un esemplare così insolito? «In altri paesi del mondo il maiale è un animale da compagnia molto comune – dice ancora Andrea – mentre in Italia è ancora raro. Io ho sempre avuto la passione per gli esemplari insoliti e per i suini in particolare: hanno un’intelligenza eccezionale, anche se sono anarchici. Non essendo abituati a riconoscere un capobranco in natura, a volte non ubbidiscono o fanno il contrario di quanto richiesto: in questo somigliano un po’ ai gatti. Sono anche molto dispettosi: per esempio quando Poty vuole del cibo e mi rifiuto di darglielo, capita che faccia la pipì sotto al tavolo per ripicca. In caso contrario non fa mai i suoi bisogni in casa, ma aspetta che lo porti fuori o mi fa capire di aver bisogno di uscire, esattamente come un cane». A parte la difficoltà di andare in ferie e la necessità di portarlo a fare lunghissime passeggiare quotidiane, la gestione di Poty non sembra però complessa.

«Mangia di tutto – continua Andrea – anche se io gli do quasi esclusivamente frutta e verdura. Adora le mele e ancor più le zucche, delle quali è ghiottissimo. Ha anche la fortuna di non ammalarsi mai, visto che vive lontano dai suoi simili, che sono gli unici a potergli trasmettere eventuali malattie. Insomma avere un maiale come animale da compagnia richiede tempo, ma non è difficile né costoso». Intanto il paese continua a guardare Poty con curiosità, anche se con reazioni diverse. «È diventato un po’ una mascotte – continua Andrea – perché portandolo ogni giorno ai giardini sono in tanti a vederlo. I bambini lo adorano e a volte vengono appositamente a salutarlo. Certo con le persone di una certa età è più dura – scherza – c’è chi non riesce proprio a vederci altro che un prosciutto».

Lisa Ciardi