L’Umbria come un cluster, giorni cruciali. Zone rosse a macchia di leopardo. Per ora

Da lunedì scuole e negozi chiusi in trenta comuni della provincia di Perugia. Le due varianti fanno sempre più paura

Le attività commerciali sono particolarmente a rischio se la situazione non migliora

Le attività commerciali sono particolarmente a rischio se la situazione non migliora

Perugia, 6 febbraio 2021 - L’Umbria resta arancione nonostante abbia l’Rt a 1,18 (il più alto d’Italia) ma con grandi chiazze di zone rosse in provincia di Perugia che saranno decise nelle prossime ore con un’ordinanza della governatrice Donatella Tesei in vigore da lunedì, per 14 giorni. I comuni interessati saranno una trentina: quelli in cui è stata superata la soglia di allerta di 200/250 positivi su 100mila abitanti e in cui il trend sia in crescita, creando però un cordone sanitario tra aree contigue. Le scuole sono già chiuse, dalle elementari alle superiori (per singole ordinanze comunali), come pure bar, ristoranti e palestre.

"Vista la diffusione delle varianti del virus credo sia importante organizzarci al meglio per la vaccinazione, che deve proseguire senza intoppi" ha detto la governatrice Tesei. In più, nelle zone rosse si abbasseranno le saracinesche dei negozi. Tesei intende ricalcare il Dpcm del 14 gennaio: non sarà lockdown, nonostante alcuni tecnici pigiassero sull’acceleratore del blocco totale, unico modo per fermare il contagio ad altissima trasmissione provocato dalla scoperta, in Umbria, di entrambe le varianti, inglese e brasiliana sequenziate dall’Iss. In particolare dopo i primi due pazienti dell’ospedale risultati positivi alla P1 trovata a Manaus e uno dei quali deceduto, l’Istituto di Silvio Brusaferro ha identificato sui 40 campioni inviati 18 casi di inglese nei territori di Bastia, Perugia e del Trasimeno e 12 di brasiliana, tutti in ospedale tranne 1.

Quest’ultimo potrebbe essere l’ospite e si ipotizza si tratti di un familiare o assistente di un anziano ricoverato in Rsa ma i controlli nelle residenze scatteranno nelle prossime ore. Tre invece i soggetti identificati che hanno portato la brasiliana dentro l’ospedale di Perugia a fine dicembre: una badante, un paziente e un medico. Si tratta dei primi contagiati, secondo il tracciamento svolto dalla Regione Umbria. Di lì il virus si è diffuso a macchia d’olio in almeno 7 reparti, partendo da Neurochirurgia. Complessivamente infatti in Umbria gli operatori sanitari contagiati sono attualmente 199, molti dei quali avevano già ricevuto il vaccino. «Aver identificato subito l’esistenza delle varianti è importante per l’Umbria e per tutta Italia perchè dobbiamo prontamente intervenire. E’ necessario prendere provvedimenti particolarmente restrittivi soprattutto nei comuni colpiti" ha spiegato Gianni Rezza, Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute in collegamento con l’Umbria. «La variante brasiliana può comportare problemi dal punto di vista dell’efficacia vaccinale, ridurla parzialmente ma non annullarla" ha aggiunto. Per la mutazione inglese invece che colpisce soprattutto i bambini (nel Perugino la fascia più infetta è tra i 6 e gli 11 anni, ndr ) e ha un velocità di diffusione molto più rapida (incide lo 0,8 sull’Rt) la risposta al vaccino "è buona". Subito allertata la vicina Toscana: il timore è che l’’inglese’ passando dal Trasimeno possa aver lambito l’Aretino e il Senese.