Lampi di speranza, i turisti stanno tornando

La situazione è sempre difficile, ma torna un po’ di ottimismo fra commercianti e operatori dell’accoglienza: "Qualcosa si sta muovendo"

Migration

Firnze, 12 aprile 2021 - La pausa in piazza della Repubblica, l’escursione fino al piazzale Michelangelo e San Miniato, la tappa prima del coprifuoco tra via de’ Neri e via de’ Benci. Nel centro storico si sente di nuovo parlare americano ma anche spagnolo, tedesco e francese. Sono pochissimi, niente rispetto al periodo pre-covid ma ci sono i primi segnali di risveglio per il turismo a Firenze. Si tratta o di studenti o di anziani, i primi a vaccinarsi. Per avere una mappa basta fermarsi davanti All’Antico Vinaio di via de’ Neri, a due passi da Ponte Vecchio, diventato un po’ una tappa d’obbligo per i visitatori da tutto il mondo.

«Stiamo vedendo qualche movimento, ancora poco sia chiaro. Ma siamo contenti, perlomeno rispetto a un mese fa abbiamo un minimo di speranza in più" dice Tommaso Mazzanti, la seconda generazione alla guida del locale. Che aggiunge: "Americani, spagnoli, francesi, sono perlopiù loro. Ci auguriamo sia di buon auspicio anche perché la situazione è tragica. Cerchiamo di reggere ma abbiamo solo un locale aperto con l’asporto e tre chiusi". Rispetto a Milano, dove di recente è sbarcato All’Antico Vinaio, Firenze soffre in misura maggiore anche perché "nel capoluogo lombardo lavoriamo molto con i residenti, a Firenze ci ritroviamo in un centro disabitato". 

A confermare una timida presenza di turisti in città anche il barometro dei consumi in tempo reale, realizzato dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Firenze su dati Axepta (gruppo Bnp Paribas), attraverso l’analisi della dinamica settimanale dei pagamenti digitali effettuati. In testa gli svizzeri che il mese scorso hanno registrato, esclusivamente nei giorni di picco, un incremento del 150% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Subito dopo Germania, Francia e paesi europei, movimenti impercettibili e in flessione ma che comunque attestano una presenza straniera in città. I numeri non sono quindi quelli della città pre-covid che macinava turisti e opportunità ma nell’anno del coronavirus sono stati registrati, attraverso i pagamenti digitali, comunque dei primi spiragli. "C’è tanta voglia di tornare, a influire positivamente il piano vaccini che in America sta procedendo velocemente e soprattutto il grande amore che gli americani hanno nei confronti di Firenze" apre le spalle Fabrizio Ricciardelli, direttore dalle Kent State University e presidente Aacupi, l’associazione delle università Usa. Al momento sono circa 500 gli studenti a stelle e strisce in città e all’orizzonte "ci sono diverse prenotazioni per i programmi estivi ma la vera ripartenza sarà in autunno".

«Abbiamo iniziato a vedere alcuni stranieri ma davvero pochi purtroppo" conferma Santo Tallarita, Mister 99 centesimi, titolare di cinque negozi della famosa catena. "Noi lavoriamo per il 50% con turisti – dice -. L’anno scorso abbiamo perso 800mila euro a fronte di un totale di 24mila euro di aiuti. Non so quanto potremo resistere in queste condizioni". Anche Marco Verzì, presidente delle guide turistiche Federagit Confesercenti, ha incrociato i primi visitatori: "Però si tratta di persone che viaggiano sole e munite di piantina. Il nostro lavoro è ancora fermo al palo".