Funivia del Mottarone, cosa sappiamo fin qui sulla tragedia

I tre fermi, il secondo forchettone trovato nel bosco, gli interrogatori dei dipendenti della società che gestisce l'impianto. Il punto sulle indagini. Sono state 14 le vittime

Un soccorritore accanto alla cabina

Un soccorritore accanto alla cabina

Stresa (Verbanio - Cusio - Ossola), 26 maggio – Indagini serrate in corso per accertare le cause della tragedia del Mottarone, che è costata la vita a quattordici persone, tra cui due bambini. Stamani è stato fatto un nuovo sopralluogo nel corso del quale è stato trovato il secondo 'forchettone', elemento di metallo che impediva l'entrata in funzione dei freni di emergenza della funivia del Mottarone. Sarebbe questo, insieme alla rottura di un cavo trainante, a far precipitare nel vuoto la cabina della funivia che collega Stresa e il Mottarone. Ecco cosa sappiamo fino a questo momento.

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Cos'è il forchettone e a cosa serve

Un soccorritore accanto alla cabina
Un soccorritore accanto alla cabina

I fermati

Sono tre le persone fermate nella notte. Si tratta di Luigi Nerini, 56enne di Baveno (Verbania), proprietario della Ferrovie del Mottarone, il direttore dell'esercizio Enrico Perocchio, ingegnere che è anche direttore d'esercizio della funivia del santuario Nostra Signora di Montallegro a Rapallo, e il capo servizio Gabriele Tadini. Sono state condotte nel carcere di Verbania. I tre hanno ammesso di non aver attivato il freno volontariamente. Si attende la convalida del fermo. Il quadro è fortemente indiziario, in quanto l'analisi dei reperti ha permesso di accertare che «la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso».

Le anomalie dell'impianto

La funivia, che sarebbe di proprietà della Regione Piemonte (secondo quanto affermato dal procuratore di Verbania Olimpia Bossi non sarebbe infatti stato completato il passaggio al Comune di Stresa), avrebbe presentato problemi di funzionamento. Due gli interventi tecnici effettuati dall'azienda incaricata della manutenzione sull'impianto. L'ultimo è stato effettuato il 3 maggio scorso. Il giorno prima della tragedia la funivia si è fermata, ma è ancora da verificare se l'episodio debba inquadrarsi nella vicenda. Da quanto emerge, i problemi di funzionamento non sarebbero stati risolti dopo gli interventi dell'azienda di manutenzione e quindi i tre fermati avrebbero deciso di disattivare il sistema di frenata di emergenza.

Il forchettone

Secondo le indagini, la presenza del forchettone, che deve essere tolto quando le persone sono a bordo della cabina, perché altrimenti, in caso di emergenza, impedisce la frenata, è stato inserito più volte. Ciò non sarebbe riconducibile ad un errore umano, ma ad una scelta “consapevole” del gestore e dei due dipendenti. Un rischio preso pur di continuare a lavorare, dopo la riapertura dell'impianto che risale ad un mese fa.

I prossimi passi

Nella giornata di domani la procura di Verbania conferirà l'incarico ai consulenti tecnici per l'effettuazione di un sopralluogo e verifiche tecniche sulla fune. Seguirà il conferimento degli accertamenti irripetibili. Saranno interrogati anche altri dipendenti della società di gestione dell'impianto per capire se a conoscenza della manomissione del freno.