Green pass: il cliente può controllarlo a tassisti, colf, idraulici ed elettricisti

In caso di rifiuto si può rinunciare al servizio. Ma la app per verificare la Carta non sarà disponibile per tutti

Green pass

Green pass

Sulla base nel nuovo decreto legge del 16 settembre, 23 milioni di lavoratori italiani dovranno avere il Green pass. Ecco le regole.

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Lavoratori privati

L’articolo 3 del nuovo decreto è chiaro: "A chiunque svolge una attività lavorativa nel settore privato è fatto obbligo, ai fini dell’accesso nei luoghi in cui la predetta attività è svolta, di possedere e di esibire su richiesta" il Green pass.

Questo significa, spiegano i tecnici, che è tenuto ad averlo non solo chi lavora con altri in una azienda, ma anche chi lavora da solo, come può capitare a un professionista o a una partita Iva.

L’ipotesi di controlli è in questo caso remota. Ma non può essere esclusa. Anche chi fa smart working è, sulla carta, obbligato – anche qui, in teoria – ad avere il Green pass, "al fine dell’accesso nel luogo i cui svolge l’attività", cioè casa sua.

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Lavoratori domestici

La certificazione verde Covid è obbligatoria anche per colf, badanti, baby sitter. Il cittadino non ha il dovere di chiedere se il lavoratore autonomo abbia la certificazione, ma può farlo. E in caso di riposta negativa può negare l’accesso a casa propria. Il cittadino non ha a disposizione app di controllo come Verifica C19, realizzata dalla Sogei per il ministero della Salute, quindi dovrà fidarsi del Green pass che verrà esibito. In caso di fondati dubbi (ad esempio certificazione di soggetto di genere diverso) può rivolgersi alle forze dell’ordine per chiedere un controllo.

Lavoratori a domicilio

Il Green pass è obbligatorio anche per idraulici, elettricisti, installatori, falegnami, decoratori, parquettisti, manutentori e comunque per chiunque svolga un lavoro a domicilio. Il cittadino non ha il dovere di chiedere se il lavorate autonomo abbia la certificazione, ma può farlo. E in caso di risposta negativa può negare l’accesso a casa propria. Il cittadino dovrà fidarsi del Green pass che verrà esibito. In caso di fondati dubbi (ad esempio certificazione di soggetto di genere diverso) può rivolgersi alle forze dell’ordine per chiedere un controllo.

Tassisti e Ncc

La certificazione è obbligatoria anche per tassisti e Ncc. Il controllo sulla certificazione spetta alla cooperativa di taxi, o alla società che fornisce il servizio di trasporto con conducente, ma il cliente può chiedere di esibirla e in caso di diniego può rinunciare alla corsa. Anche per i tassisti e gli Ncc, non c’è per il privato cittadino la possibilità di verifica utilizzando app. In caso di fondati dubbi sulla certificazione esibita, può rivolgersi alle forze dell’ordine.

Lavoratori esterni

Sia per pubblico che privato, l’obbligo si applica "a tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di formazione o di volontariato, anche sulla base di contratti esterni". L’ipotesi di controlli è in questo caso remota. Ma non può essere esclusa.

I controlli nel privato

I datori di lavoro sono tenuti a verificare la presenza del Green pass e a organizzare i controlli entro il 15 ottobre, e "individuando con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento delle violazioni" e prevedendo "ove possibile, che i controlli siano effettuati all’accesso del luogo di lavoro".

Estesa la app

Attualmente l’app Verifica C19 può essere utilizzata solo da alcuni soggetti ‘verificatori’ deputati al controllo delle certificazioni verdi Covid-19: a oggi coloro che erogano servizi per fruire dei quali è prescritto il possesso della certificazione, organizzatori di eventi ed attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso della medesima certificazione e pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni. Il governo – con una prossima circolare del ministero della Salute – vuole consentirne l’uso a tutti i soggetti incaricati nel settore privato e pubblico all’accertamento del possesso e della genuinità del Green pass.

Sanzioni nel privato

Chi non ha il Green pass è considerato assente ingiustificato senza diritto alla retribuzione, fino alla presentazione del certificato. Garantito il mantenimento del posto di lavoro. Se il dipendente viene sorpreso lavoro senza Green pass scattano sanzione disciplinare e multa da 600 a 1.500 euro