Blocco cessione dei crediti, giovane coppia toscana vive fuori casa da quasi un anno

Da novembre 2021 i lavori di efficientamento energetico sono sospesi. “A causa della burocrazia mia figlia nascerà tra le scatole del trasloco”

 Federico Michelucci e la mia compagna Valentina Niccolai

Federico Michelucci e la mia compagna Valentina Niccolai

Monsummano Terme, 18 maggio 2022 – A fare le spese del blocco della cessione dei crediti non sono solo le imprese in crisi di liquidità. Ci sono famiglie che hanno deciso di sfruttare l'opportunità che arriva dal Superbonus 110 facendo interventi importanti sulla propria casa e che ora si trovano a non poter rientrare nel loro domicilio perché i lavori sono sospesi. E' il caso di una giovane coppia di Monsummano Terme, Federico e Valentina.

“Ho trent'anni, un lavoro stabile e per questo ho deciso, insieme alla mia ragazza – racconta Federico – di investire sulla nostra abitazione, con l'obiettivo di risparmiare sui costi di gestione nel lungo periodo. Così a fine 2020 abbiamo iniziato a parlarne, a inizio 2021 abbiamo fatto le domande, a luglio dello stesso anno ci è stato erogato il mutuo da 60mila euro e poi i lavori sono iniziati subito”. Si sono fermati, però, a novembre 2021, con la prima stretta del Governo sulla cessione dei crediti.

“Avevamo deciso di non aspettare le detrazioni e di usufruire invece dello sconto in fattura. E' andato tutto bene, saremmo dovuti rientrare in casa a fine 2021, anche se non ancora a lavori completamente finiti”, prosegue il giovane. “Purtroppo, però, si è incagliato tutto, per colpa della burocrazia”. L'impresa ha iniziato con la demolizione, poi sono seguiti gli impianti idraulici, quelli elettrici, del riscaldamento. Quindi tutto si è fermato.

“A luglio sarà un anno che siamo fuori casa. Siamo amareggiati, tanto più che aspettiamo una bambina. Nascerà a fine giugno. Avremmo voluto iniziare la nuova vita con lei in una casa appena rifatta. Invece viviamo accampati in cinque da mia madre, dormiamo in due in un letto da una piazza e mezza e non sappiamo quando i lavori riprenderanno. Intanto, nostra figlia – conclude Federico – nascerà in mezzo a scatole e scatoloni del trasloco”.